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Diego Fuser: il figlio morto a 15 anni, il brutto rapporto con la Lazio, lo «sgarbo» di Zoff. Che fine ha fatto l’ex nazionale

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Tante le maglie prestigiose vestite da Diego Fuser durante la sua lunga carriera. Più di 400 presenze in serie A tra Torino, Milan, Fiorentina, Lazio, Parma e Roma per l’ex centrocampista che all’età di 56 anni ha voluto ripercorrere la sua carriera e la sua vita in una recente intervista alla «Gazzetta dello Sport».

Una vita segnata da un dramma, quello della scomparsa del figlio 15enne.
Era il settembre 2011 quando la notizia della morte del giovane Matteo aveva sconvolto il mondo del calcio e stravolto per sempre la vita di Fuser. «Una cosa che ti segna dentro, difficile da spiegare. Provi ad accettarlo ma cerchi risposte che non esistono» ha commentato a 14 anni di distanza dal tragico evento l’ex nazionale piemontese.
Durante gli anni del passaggio alla Roma nel 2001, un trasferimento vissuto come un tradimento dai suoi ex tifosi laziali, Fuser scopre la malattia del figlio. Un periodo molto difficile, vissuto dal calciatore tra il campo e l’ospedale. Insieme alla moglie trascorreva le notti accanto al figlio: »Scappavo dagli allenamenti per correre da lui, abbiamo lottato tanto – commenta ancora alla Gazzetta – anche Matteo lo ha fatto, ma ci sono circostanze in cui nessuno può farci niente». 

Matteo avrebbe compiuto 16 anni pochi mesi dopo la sua scomparsa. Il dolore per quello che è successo, racconta Fuser, è ancora vivo. Ha stravolto la sua vita e quella dei suoi cari, «devastandoli» per sempre: «Ti segna dentro, è difficile da spiegare. Provi ad accettarlo ma cerchi risposte che non esistono. Non penso ci sia un dolore grande tanto quanto la perdita di un figlio. Niente è stato più come prima. Allo stesso tempo, però, il suo esempio mi ha dato tanta forza, viviamo per lui ogni giorno». 

Oggi come da calciatore, Fuser rimane lontano dai riflettori. Poche le comparse in tv o le apparizioni pubbliche. Non era un divo da calciatore, ma ha vinto tutto, tra Champions League, Scudetti e Coppa Uefa. Nessun rimpianto per lui da giocatore, nemmeno dopo le polemiche del suo passaggio dalla Lazio alla Roma: «Non mi aspettavo un trattamento del genere. Sono legato ai biancocelesti e non sarei mai andato direttamente alla Roma. Ma avevo fatto tre stagioni a Parma, non immaginavo di scatenare tante reazioni negative. La Lazio non mi ha mai invitato all’Olimpico», racconta. 

Ma rimane un episodio controverso nella sua carriera legato alla Nazionale. Una ferita che non si è ancora rimarginata, quella mancata convocazione a Euro 2000: «Con Zoff il rapporto era diverso. Mi ero infortunato e stavo recuperando. Glielo dissi ma lui decise di non portarmi».

6 novembre 2025 ( modifica il 6 novembre 2025 | 10:43)

6 novembre 2025 ( modifica il 6 novembre 2025 | 10:43)

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