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Monica Guerritore: «Anna Magnani? Il mio film parla alle ragazze di oggi»

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Per rimarcare il fatto che — dopo anni di tentativi — è riuscita nell’impresa, cita il titolo del famoso brano di Pino Daniele: «Fino ad oggi, questo progetto è stato un “Anna verrà”. Adesso, finalmente, Anna c’è». Monica Guerritore è raggiante. Oggi esce «Anna», il suo primo film da regista, che ha anche scritto e (benissimo) interpretato nel ruolo di Anna Magnani. Distribuisce Notorious, in tutta Italia. Ovvia conseguenza, la biografia — tra sogno e realtà — della grande attrice romana premio Oscar, è in programmazione al multisala Notorious Cinemas di Curno. «Mi spiace molto — dice l’attrice — non riuscire ad accompagnare il film di persona a Bergamo, nel giorno dell’uscita. A cominciare dal Teatro Donizetti, è una città di cui mi manca tutto. Ci tornerò presto».

Signora Guerritore, da oltre cinquant’anni lei calca i maggiori palcoscenici. Il rapporto diretto con il pubblico, oltre che a teatro, lo cerca anche al cinema. Presenta (oggi, ndr) «Anna» al Barberini di Roma.
«Ci saranno pure le telecamere della trasmissione di Rai1 “La vita in diretta”, a scortarmi per le strade del centro fino al Cinema Barberini».

Si prevede un bagno di folla, lei è un’artista molto amata.
«Sono abituata a raccontare i miei personaggi in modo appassionato, capace di coinvolgere il pubblico. Quello di Anna Magnani è un ruolo straordinario. Trascina così tanto che è bello ritrovarsi con gli spettatori a fine proiezione».

In carriera — fra i tanti ruoli — è stata Giocasta, Lady Macbeth, Ofelia, Signorina Giulia. Anna Magnani rientra nel novero di questi personaggi iconici e intramontabili?
«Certo! Fra le molte che ho interpretato, trovo che Anna sia particolarmente vicina a Carmen e a Oriana Fallaci. Fa parte di quelle donne in grado di porsi lontano dall’assistenzialismo, dal dovere mostrarsi sempre accondiscendenti e alla ricerca di condivisione e di accettazione».

Il film racconta la Magnani attrice ma molto si concentra su Anna, come donna.
«Il mio lavoro sarà mostrato in numerose scuole medie. L’intento è anche quello di presentare alle giovani ragazze di oggi un esempio di femminilità diversa. Un’insegnante mi ha fatto notare quanto l’avesse colpita, nel film, il modo in cui Anna difende il proprio mestiere e il proprio talento. Ciò che lei sa fare è importate e, perciò, deve essere mostrato».

«Anna» è ricco di affetti famigliari. Come ha scelto sua figlia Lucia Lavia, per interpretare Ingrid Bergman?
«Per un ruolo così complicato, avevo bisogno di un’interprete brava e che riuscisse a somigliare alla Bergman. Lucia è un’attrice di teatro pluripremiata e già con una grossa esperienza dato che, come è successo a me, ha debuttato a sedici anni. Sapevo che avrebbe avuto l’allure e l’autorevolezza giusti, per incarnare un mito. Perché Ingrid Bergman è un mito, non può farla chiunque».

In un ruolo altrettanto significativo ha voluto Edoardo Purgatori. A suo padre Andrea — giornalista scomparso nel 2023, che l’aveva affiancata nelle prime fasi del progetto — il film è dedicato.
«Con lui sul set, ci sembrava che Andrea stesse ancora in mezzo a noi. Edoardo ha subito capito quanto fosse delicato il suo compito. Essere Luca Magnani, il figlio di Anna. Quando nel finale si avvicina al letto di morte della madre, ci siamo tutti commossi».

Suo marito Roberto Zaccaria è il produttore di «Anna». Quanto le è stato vicino?
«Roberto è stato bravissimo. Ci siamo esposti personalmente e lui ha fatto in modo che tutto fosse sotto controllo, dal punto di vista finanziario. Ogni sera mi aspettava nel locale sotto casa nostra, sincerandosi che avessimo finito le riprese in orario. Nel cinema, gli straordinari costano tantissimo. Una giornata extra di lavorazione può far sforare il budget di 100 mila euro. Io sono fumantina. Lui invece è calmo e si prende il tempo necessario per risolvere qualsiasi problema. Sarà che in passato ha guidato un’azienda come la Rai. Si agita solo quando gioca l’Inter».


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6 novembre 2025

6 novembre 2025

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