
Il campo dopo la tempesta. Può sembrare un paradosso, ma dopo i recentissimi sconvolgimenti per la Fiorentina il terreno di gioco può e deve rappresentare lo spazio più idoneo a riportare quiete e serenità. Almeno momentaneamente, e a patto di ottenere punti, intanto in Europa: la trasferta di oggi a Mainz (Magonza) propone l’avversario più complicato nella fase campionato, nonché il primo proveniente da una delle top 5 leghe europee affrontato dai viola in Conference prima di una semifinale.
Non mancano gli elementi di contatto tra le due formazioni, per quanto contraddittori: entrambe seste lo scorso anno tra serie A e Bundesliga, entrambe fanalino di coda nei rispettivi campionati, entrambe a punteggio pieno in Conference.
La squadra del tecnico ad interim Galloppa è partita ieri destinazione Germania dovendo fare i conti con due assenze pesanti: Robin Gosens, ancora alle prese con un problema alla coscia sinistra, e Albert Gudmundsson, in Islanda per le udienze del processo che lo vede coinvolto.
Ventidue i calciatori convocati, chiamati a una risposta immediata prima del delicatissimo scontro con il Genoa di domenica: se Pioli ha pagato con l’esonero, è inevitabilmente la squadra a esser ora sotto la lente d’ingrandimento. Lo ha ammesso Mandragora in conferenza stampa a Mainz: «Siamo in mezzo a una tempesta, ma dobbiamo restare in piedi e reagire. Siamo noi i primi responsabili e ora dobbiamo riuscire a tramutare le critiche in complimenti e applausi. Difficile entrare nel dettaglio di ciò che non ha funzionato con Pioli, quel che è certo è che non siamo riusciti a incastrarci coi risultati».
Galloppa ha dal canto suo raccontato le prime sensazioni avute con il gruppo, ma anche le richieste ricevute dalla società: «Sono emozionato, non svegliatemi. Mi è stato chiesto di portare entusiasmo, passione e serenità perché è ciò di cui ha bisogno la squadra. Ho cercato anche di alleggerire un po’ la testa del gruppo».
La Fiorentina ripartirà da concetti già assimilati, come confessato dallo stesso allenatore: «In un giorno pensare di fare il tiki taka è da folli, tatticamente avrei voluto stravolgere tutto ma ora serve praticità e ripartire da aspetti già noti. Vorrei una squadra capace di difendere da piccola e attaccare da grande, un gruppo affamato di cui potermi innamorare in fase di possesso».
Il tecnico viola si è concesso una battuta anche sul proprio futuro: «Vedremo quello che sarà, ora sto solo pensando a conquistare la fiducia dei ragazzi».
Galloppa, che dovrebbe così ripartire dal 3-5-2 («Volevo rivoluzionare tutto ma c’è stato poco tempo», ha detto sull’idea di difesa a quattro), ha svelato la titolarità di Martinelli tra i pali, mentre in attacco Dzeko e Piccoli sono in vantaggio per partire dal primo minuto.
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6 novembre 2025
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