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Francesco Savanelli: «Io, non vedente, mi candido con il Pd in Campania per difendere il diritto alla mobilità dei disabili»

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«Io vivo nella periferia di Giugliano, non lontano dall’asse mediano e per me il volto della politica è sempre stato quello di un candidato di un partito del centrodestra che veniva a chiedere il voto e prometteva in cambio l’allacciamento alla rete idrica. Per questo motivo, oltre che per le difficoltà legate alla mia situazione personale, non mi ero mai impegnato in prima persona. Mi sembrava una cosa sporca».
Parole di Francesco Savanelli, 27 anni, candidato con il Partito democratico alle elezioni regionali in Campania. Studente del corso di laurea in Scienze della formazione all’Università Suor Orsola Benincasa, ha un papà che produce cassette per la frutta ed una mamma che insegna a scuola l’alfabeto Braille. È non vedente dalla nascita a causa di una rara malattia ereditaria che si chiama sindrome di Norrie e che ha colpito anche suo fratello.

Com’è maturata la sua candidatura?
«Roberto Conte, che si occupa della comunicazione e dell’ufficio stampa dell’ateneo dove io sto per laurearmi, aveva visto alcuni dei video che giro con l’iPhone attrezzato con dispositivi per non vedenti ed il cavalletto. Gli sono piaciuti, mi ha detto che parlavo della mia condizione con ironia e con leggerezza. Mi ha chiesto se mi avrebbe fatto piacere candidarmi per veicolare il mio messaggio a più persone. Mi sono incontrato al Suor Orsola anche con l’avvocato Alfonso Trapuzzano ed ho deciso di accettare».

Come si svolge la campagna elettorale di un ragazzo non vedente?

«In linea di massima come quella di tanti altri. Giro video e li pubblico sui social ed ho partecipato alla presentazione dei candidati di Fico che si è svolta la settimana scorsa al teatro Mediterraneo all’interno della Mostra d’Oltremare».
 
Che impressione ne ha tratto?

«Buona. Il discorso di Fico mi è piaciuto ed ho avuto l’occasione di incontrare Vincenzo De Luca. Ci siamo scambiati due parole. Mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha augurato di fare buone cose».
 
La prima legge che proporrebbe se fosse eletto?
«C’è tanto da fare per migliorare la vita dei disabili e delle loro famiglie. Ho vissuto per un periodo a Bologna, dove ho frequentato un corso per centralinista, e ho sperimentato quanto lì siano più avanti rispetto a noi. I bus, per esempio, sono tutti dotati di tecnologie che aiutano chi non vede. Lì poi se cammini in strada è molto raro che trovi un’auto od un motorino sul marciapiede, che per te che non vedi diventano un ostacolo ed un pericolo. C’è una rete di associazioni sul territorio che funziona ed è realmente utile».

Ha pure altre proposte?
«Una campagna di comunicazione rivolta alle famiglie delle persone con disabilità per spiegare dettagliatamente quali sono i servizi ai quali hanno diritto, come ottenerli e cosa fare se non sono garantiti. Servirebbe molto, perché coloro i quali convivono con un disabile affrontano una fatica terribile anche solo per districarsi tra norme e regolamenti e per capire cosa chiedere, dove e a chi. Penso ad una campagna di comunicazione semplice, magari attraverso i canali della metro. Qualcosa che possa arrivare a tutti. C’è poi una questione che mi sta molto a cuore, ma credo richieda soluzioni a livello nazionale e non regionale».

Quale?

«Se io non vedente voglio esercitare il mio diritto di voto, devo entrare nell’urna con l’accompagnamento di un’altra persona, la quale metterà per me i segni sulle schede. Si spera che segua le mie indicazioni, ma potrebbe accadere anche il contrario e comunque viene meno la segretezza del voto. In altri Paesi c’è la possibilità del voto telematico attraverso dispositivi che consentano ai non vedenti di esercitarlo al computer da casa. Sarebbe un modo per garantire trasparenza e per dare fiducia alla persona non vedente che esercita il suo diritto. Bisognerebbe che l’Italia si adegui».


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6 novembre 2025

6 novembre 2025

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