
Nessun sondaggio, ma l’orientamento dei flussi sulla rete che indica l’interesse o la semplice curiosità di chi avvia una ricerca su Google. E la «sfida» che ne viene fuori è quella a due e vede Edmondo Cirielli in vantaggio con 1510 ricerche singole su Roberto Fico che invece ne raccoglie 1249. Ecco cosa ci dice l’analisi dei dati internet sui candidati in corsa per Santa Lucia, a venti giorni dalla data del voto in Campania. Al di là dei singoli candidati, il web mostra un popolo campano per nulla coinvolto da queste elezioni regionali. La classifica degli argomenti più cercati è dominata dalle partite del Napoli, dal recente terremoto in Irpinia e dai concorsi pubblici. I flussi di ricerca sulle elezioni regionali riguardano una minoranza interessata e questo ci dà la misura del divario che esiste tra la politica e i cittadini. Una distanza che oggi si prova a riempire con i like e con i selfie. Eppure, il web, per le elezioni regionali dei prossimi 23 e 24 novembre, dovrebbe ormai essere considerato lo strumento più adeguato a disegnare un vero sentiment politico. Per capire quanto gli sforzi fatti dagli aspiranti presidenti stiano pagando, più che seguire la marea di contenuti preconfezionati dai vari team di comunicazione, bisogna analizzare i dati che la rete ci mette a disposizione.
Partendo dei volumi di ricerca si può già stilare una classifica dei candidati più cliccati su Google che vede al primo posto Edmondo Cirielli. Il candidato del centrodestra stacca di misura il suo diretto competitor, Roberto Fico, mentre restano nettamente indietro Stefano Bandecchi (847) di «Dimensione Bandecchi»; Nicola Campanile (34) con la sua civica «Per»; Giuliano Granato (27) di «Potere al Popolo» e Carlo Arnese (0) con «Forza del Popolo».
Il volume delle ricerche sul viceministro degli Esteri mostra una tendenza di crescita che potrebbe far ipotizzare un sovvertimento dei pronostici a favore del centrodestra. Analizzando lo standing che Cirielli ha sul web è interessante osservare le ricerche correlate e le query associate, cioè i termini digitati insieme a «Edmondo Cirielli». Tra le parole che i campani associano più spesso al candidato di centrodestra troviamo «Vincenzo De Luca». Una correlazione, quella con il governatore uscente, sulla quale lo stesso Cirielli ha impostato la sua campagna elettorale, più incentrata sulla critica netta ai dieci anni di governo deluchiano, che sul diretto avversario Roberto Fico. Altre query associate sono «Maria Rosaria Campitiello», moglie del candidato, e «figli di Cirielli». Ricerche che rivelano come l’attenzione dei campani, anche per la politica, si concentri sugli aspetti della vita privata più che sulle proposte.
La campagna elettorale del candidato del campo largo, Fico, nonostante l’apertura in pompa magna, la pace con De Luca e il tour di Elly Schlein, stenta a decollare. Tra le query associate spiccano «Vincenzo De Luca»; «Armando Cesaro»; «Clemente Mastella» e «figlio di Mastella». Sono tutte ricerche che legano Fico e la sua campagna al problema più grande con cui l’ex presidente della Camera deve confrontarsi da quando ha messo insieme la sua ampia coalizione: giustificare alleanze con quei politici che, in passato, definiva «un male per la Campania». Anche per Fico l’attenzione degli internauti/elettori si sofferma su questioni poco politiche. Tra le query associate svettano «vita privata di Fico» e «Yvonne De Rosa», compagna del candidato.
Stefano Bandecchi, terzo ma lontanissimo dai primi due, cavalca l’onda degli episodi virali di cui è stato protagonista. Le query associata sono, infatti, «sputo» che rimanda al video del sindaco di Terni che sputa dell’acqua in faccia ad un contestatore; e «Boccia», riferita all’imprenditrice di Pompei, fino a ieri candidata per Bandecchi, famosa sul web per l’affaire Sangiuliano e la collaborazione, poi interrotta, con la tiktoker Rita De Crescenzo.
Nicola Campanile non è ancora uscito dall’anonimato digitale ed è superato da Giuliano Granato, il quale ha una visibilità web bassa nonostante l’esposizione nazionale del suo partito «Potere al Popolo». Resta invece quasi assente dalle ricerche dei campani Carlo Arnese, il medico anti-greenpass, come ogni aspetto della pandemia, sembra essere finito nel dimenticatoio e peraltro anche per sua volontà, dato che ha confessato al Corriere del Mezzogiorno di averci ripensato sulla candidatura.
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6 novembre 2025
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