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Il ritorno di Neffa sul palco, uno show eclettico tra rap, punk e pop-soul

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Non è un mistero che Neffa negli ultimi anni preferisca di gran lunga lo studio di registrazione al palcoscenico: in molte interviste ha raccontato di non sentire più il bisogno di esibirsi dal vivo, tant’è che in tour non ci va né vuole andarci. Detto da uno che fa il suo mestiere suona strano, ma d’altra parte si tratta di uno degli artisti più imprevedibili del panorama italiano. In oltre trent’anni di carriera ha cambiato pelle innumerevoli volte, dal punk dei Negazione all’hip hop dei Sangue Misto e dei Messaggeri della Dopa, per poi darsi al pop-soul, alla musica napoletana e infine di nuovo al rap con l’ultimo album diviso in due capitoli, Canerandagio parte 1 e 2, entrambi usciti nel 2025.

Un ritorno quanto mai atteso dai suoi fan – era passato alla musica leggera nel lontano 2001 e da allora non si era più voltato indietro – che meritava di essere celebrato in grande stile, così come tutte le altre fasi del suo lungo percorso, con un evento unico e irripetibile. E così ieri sera, in un Unipol Forum di Assago sold-out, Neffa ha regalato al suo pubblico una vera festa in due ore abbondanti di show. Ad accompagnarlo una band di sette elementi (tra cui alcune vecchie conoscenze, come il dj Double S, la cantante Tahnee Rodriguez e Patrick Benifei, già voce dei Casino Royale) e gli spettacolari visual firmati dal regista Fabrizio Conte. Oltre, naturalmente, a un ricchissimo parterre di ospiti: Jake La Furia, Frah Quintale, Kaos, Izi, Franco126, Gué, Joshua, Ele A, Francesca Michielin, Coez, J-Ax, Nayt, Al Castellana, Lucariello, STE, Joan Thiele, Gemitaiz, Mahmood, Fabri Fibra, Myss Keta, Giuliano Palma e Deda, ex membro dei Sangue Misto che farà una comparsata all’ultimo per salutare.

Il ritorno di Neffa sul palco, uno show eclettico tra rap, punk e pop-soul

Per Neffa era la prima volta al Forum, ma la vera sfida per lui non era rappresentata dalla location, quanto dalla scaletta: lunga, serrata e ricca di insidie, perché passare dal rap al cantato e viceversa è un’impresa da non sottovalutare. Prova superata a pieni voti, con una tenuta vocale, una freschezza e una versatilità che molti ventenni non hanno, e che fanno dimenticare che il nostro eroe ha 58 anni appena compiuti. Elegante, misurato e composto in ogni gesto, senza mai eccedere in discorsi superflui («Non sono il tipo che vi dice di alzare le mani, quando vi sentite di alzarle sentitevi liberi», scherza), incassa con eleganza l’affetto della platea e i complimenti dei colleghi. «Il motivo per cui faccio ciò che faccio è Neffa», dirà Frah Quintale; «La sola idea di essere qui con lui è utopica», rincarerà la dose Gemitaiz; J-Ax si inginocchierà addirittura al suo cospetto.

Certo, la sovrabbondanza di guest star si fa sentire: a tratti sembra un po’ l’anfitrione di una cena di gala, più indaffarato a badare agli ospiti che a godersi davvero la serata. Non tutti erano poi così necessari, oltretutto, considerando che i presenti sembrano più entusiasti per l’arrivo di personaggi di iper-nicchia come Kaos, Deda o Al Castellana che per i grandi nomi da classifica. L’entusiasmo che si scatena per i classici del suo repertorio rap è deflagrante, anche quando si tratta di brani che nei lontani anni ‘90 avevano venduto poche migliaia di copie: da «In linea» a «Carcere a vita», da «L’incognita» a «Stare al mondo», fino ad arrivare a brani dei Sangue Misto come «Cani sciolti» e «Lo straniero», aggiunti in corsa all’ultimissimo momento. Non mancano neanche i suoi cavalli di battaglia da cantante pop, come «La mia signorina», «Lontano dal tuo sole» o «Prima di andare via», anch’essi cantati in coro a squarciagola da tutti, anche se all’epoca erano stati percepiti come un tradimento nei confronti dell’hip hop duro e puro. 

Il pubblico è parte integrante dello spettacolo: la maggior parte sono quarantenni e cinquantenni in libera uscita, felici di dimenticare il telefono in tasca e di godersi una serata a ricordare la propria adolescenza. E quando si arriva all’ultima canzone, la leggendaria «Aspettando il sole», eseguita per la prima volta insieme a Giuliano Palma (che nella versione registrata cantava il ritornello, ma che dal vivo non l’aveva mai fatta insieme a Neffa, «forse solo una volta da Red Ronnie», ricorderà lui), la morsa dolceamara della nostalgia ha ormai raggiunto il suo apice.

6 novembre 2025

6 novembre 2025

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