
Una rosa di 17 giocatori da una parte, con dodici dei quali a referto. Dall’altra erano in otto a scendere in campo, diventati nove con Ferrero, che però ha marcato una «virgola» come Cournooh, peraltro più impiegato rispetto a Rivers, stella americana che a Brescia sta ancora cercando una continuità. L’unico rinforzo di mercato, Massinburg, era ko dopo un infortunio che rischia di essere serio e costringere la società sul mercato. Ma procediamo nel confronto. Impari. Su una panchina Ettore Messina, ieri alla gara numero 694 nel campionato italiano, l’allenatore più vincente della storia tricolore, con al suo fianco Peppe Poeta, che Milano ha strappato a Brescia proponendogli un contratto «da vice» senza paragoni rispetto a quanto gli era pattuito qui da head coach. A sfidarlo Matteo Cotelli, ex vice di quest’ultimo, esordiente assoluto in questa stagione, alla sesta partita in Serie A senza contare le due sfide in Supercoppa, una delle quali persa in modo netto proprio contro Milano.
Ci sarebbe il fattore campo. E c’è ugualmente, nonostante la folle collocazione della gara dell’anno per la Germani in un orario infelice in un giorno infrasettimanale. Il risultato parla chiaro: 4010 spettatori sugli spalti, peggior dato del 2025 in Serie A (play off esclusi, con Trieste si era andati sotto) dal 15 dicembre 2024 quando, per Brescia-Napoli, furono 4001 i paganti.
Qualcuno potrebbe obiettare: Milano è più stanca, gioca l’Eurolega. E invece, pur essendo corretto l’assioma, in questo inedito turno di campionato le due squadre avevano gli stessi giorni di riposo (tre) rispetto all’ultimo impegno. Oltre che gli stessi punti in classifica, otto.
Tutto lasciava pensare che l’epilogo sarebbe stato quello prevedibile: un successo dell’Olimpia, come nelle ultime otto sfide dirette, dato che a Brescia la vittoria con le Scarpette Rosse mancava dal 30 dicembre 2023. Giusto parlare al passato, perché il presente è stato sensazionale: la Germani, guidata alla perfezione in panchina e con tantissimo cuore in campo (quattro giocatori sono andati oltre i 30 minuti di utilizzo, una rarità nel basket moderno), ha battuto 98-92 la squadra di Messina al termine di una gara esaltante, nella quale Della Valle e soci – ottima prova di Amedeo, i migliori sono stati tuttavia Bilan e Burnell – hanno seguito il piano gara. Una buona partenza per provare a indirizzare la gara e innervosire Milano, l’allungo nel secondo quarto toccando il +17, la strenua resistenza nel terzo periodo, quando un Brooks stellare (28 punti) aveva riportato il margine sotto alla doppia cifra, infine l’esperienza nella complessa gestione dei minuti finali, con l’inerzia tutta a favore dell’Olimpia e un metro arbitrale cambiato rispetto al primo quarto.
Alle lamentele di Messina sono seguiti i sorrisi sarcastici dei ragazzi di Cotelli, impossibilitati a reagire per evitare problemi di falli che avrebbero reso il Mortirolo un Everest. Brescia ha saputo cavalcare gli uomini giusti quando contava, ha sfruttato la fisicità di Burnell (18 punti) da numero tre, catalizzando su di lui i possessi cruciali dopo che Milano si era portata a -7. Poi, nella corrida delle ultime azioni, Bilan è stato gigantesco: aveva già portato a scuola i lunghi ospiti, supportato dall’energia di Ndour, per tutta la partita. Quando contava ha calato dal mazzo una «bomba» e soprattutto due rimbalzi offensivi, tramutati in canestri, per il 94-86 e per il 98-92 soffocando gli ultimi acuti di Brooks. Questo è stato anche il finale. La Germani resta in testa. E al futuro penserà poi, anche se domenica si torna di nuovo in campo contro Trieste (alle 16, al Rigamonti si inizierà alle 14.30…). E il gruppo merita il tutto esaurito: è un patrimonio di questa città.
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5 novembre 2025
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