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Prestazione universale, il «bonus anziani» vale 850 euro al mese, ma è un flop: solo 5 mila domande all’Inps

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La prestazione universale, anche nota come Bonus anziani, si è rivelata un fallimento. La denuncia arriva dalla Uil Pensionati che citando stime Inps parla di circa 5 mila domande pervenute, delle quali soltanto il 41% sono state accettate. Cifre contenute a fronte di 1.520.000 anziani con oltre 70 anni non autosufficienti che beneficiano dell’assegno di accompagnamento.

La misura

La normativa ha previsto in via sperimentale dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, l’introduzione di un assegno di assistenza denominato «prestazione universale». Di fatto 850 euro al mese in aggiunta all’assegno di accompagnamento per coprire il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici e badanti con mansioni di assistenza alla persona o all`acquisto di servizi di assistenza, ma solo per anziani non autosufficienti.

I requisiti

I requisiti necessari per accedere alla prestazione universale sono l’età anagrafica pari o superiore a 80 anni; il livello di bisogno assistenziale gravissimo, individuato dall’Inps, sulla base delle informazioni sanitarie a disposizione nei propri archivi ed è necessario avere un Isee non superiore a 6 mila euro. Occorre poi essere titolari di indennità di accompagnamento in possesso dei requisiti per il riconoscimento del beneficio.

L’assegno di assistenza, pari a 850 euro mensili si aggiunge alla quota fissa di indennità di accompagnamento il cui importo è per l’anno 2025 pari a 542,02 euro. La quota fissa e la quota integrativa vengono liquidate mediante due pagamenti separati.

5 novembre 2025

5 novembre 2025

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