Tonno, formaggi, alcolici e bevande, seguiti da caffè e salumi. Soprattutto sono aumentati del 90% i furti delle scatolette tonno. Del 70% del caffè, del 60% del formaggio e del 40% per i salumi. Il Food Retail risulta una volta l’ambito più colpito dai furti in supermercato, rappresentando il 45% delle perdite complessive da «taccheggio» (ne abbiamo scritto qui).
I risultati
Sono i risultati del barometro realizzato da Checkpoint Systems, che si occupa di soluzioni per la disponibilità della merce nel settore Retail, in collaborazione con NielsenIQ. Scopriamo dal rapporto che le differenze inventariali da taccheggio sono state in media dell’1,2% dei ricavi annui dei marchi della distribuzione per un valore di 4,12 miliardi di perdite.
Durante l’anno
Vengono rubati anche i prodotti per animali da compagnia e le decorazioni per la casa, oppure libri e articoli di cancelleria, che rappresentano il 2% delle sottrazioni. Sebbene i furti si distribuiscano lungo tutto l’arco dell’anno, la stagione invernale si conferma la più critica, concentrando il 28% degli episodi, complice il maggiore afflusso nei punti vendita e la possibilità di occultare più facilmente la merce.
Il caro caffè
Un fenomeno che – al di là del saccheggio illecito e deprecabile degli scaffali – è specchio di un dato sempre più discusso in Italia: il caro caffè e il caro tonno. Secondo uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi in collaborazione con Assoutenti, il caffè, ad esempio, oggi costa in media quasi il 20% in più del 2021. In effetti, stando a quanto emerge da un’inchiesta effettuata in un punto vendita Conad a Roma, a essere portata via senza passare per la cassa è «una delle miscele più cara che vendiamo»: Lavazza.
Il self check-out
Quanto ai luoghi l’area di vendita resta il principale teatro, seguita dalle casse dove, con la diffusione dei sistemi self-checkout emergono nuove vulnerabilità: le aziende intervistate concordano sul fatto che in queste postazioni il rischio di taccheggio sia superiore rispetto alle casse assistite, evidenziando la necessità di rafforzare i presidi di controllo e deterrenza.
Le misure di sicurezza
Oggi il 79% delle aziende dichiara di disporre di casse self-service e, per far fronte alle criticità connesse, il 32% ha destinato risorse specifiche a quest’area per prevenire i furti. L’83% delle realtà intervistate ha potenziato le misure di sicurezza introducendo telecamere di sorveglianza, addetti dedicati e sistemi antitaccheggio, mentre il 33% ha implementato anche soluzioni basate su tecnologia RFID.
L’identikit del taccheggiatore
Oltre la metà dei furti ovvero 53% è perpetrata da singoli individui, generalmente non professionisti e attivi in modo episodico, mentre il restante 47% risulta riconducibile a gruppi organizzati. Anche l’esame della recidiva offre spunti significativi: il 54% degli episodi è attribuito a soggetti già noti per precedenti infrazioni, contro un 46% di autori occasionali.
Le tecnologie per contrastarle
Dice Davide Raduazzo, direttore commerciale di Checkpoint Systems Italia che «il settore sta dimostrando una crescente consapevolezza e una forte capacità di reazione. L’evoluzione verso tecnologie avanzate come l’RFID e l’intelligenza artificiale segna un cambio di passo importante: strumenti che non solo rafforzano la sicurezza, ma consentono di migliorare l’efficienza operativa e la tracciabilità lungo tutta la filiera».
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5 novembre 2025
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