Il Rector Building si trova nel quartiere degli affari di Chicago ed è stato per oltre 100 anni la sede di molte aziende americane. Con il declino industriale della metropoli dell’Illinois e le nuove abitudini di lavoro da casa, l’edificio si è progressivamente svuotato. L’amministrazione di Chicago ha perciò deciso di avviare un progetto di riqualificazione, volto a trasformare il Rector Building in un condominio, con alloggi a prezzi di mercato e calmierati. Del piano di riconversione da 64 milioni di dollari si occuperà una società del Delaware con il nome di un cocktail hollywoodiano: la «Brown Derby Llc». Il nome «spiritoso» dà un indizio sulla provenienza dei capitali. Prima di arrivare a destinazione, però, bisogna fare un salto in Lussemburgo per poi approdare in Svizzera e Liechtenstein.
A chi fa capo la Brown Derby
A controllare la Brown Derby al 100% è infatti una società in accomandita per azioni con sede in Lussemburgo, di nome Lagfin. Il nome è di recente salito agli onori delle cronache perché proprio a carico di questa società il tribunale di Monza ha disposto un sequestro preventivo di 1,3 miliardi di euro per presunta evasione fiscale. La misura è stata eseguita su circa 214 milioni di azioni Campari: Lagfin altro non è che la holding di controllo del più importante produttore di alcolici italiano. Nella cassaforte del Granducato, oltre a progetti immobiliari sparsi tra Stati Uniti, Francia, Italia, Principato di Monaco e Svizzera, è infatti custodito il 51,3% del capitale di Campari e oltre l’80% dei diritti di voto. Ma di chi è Lagfin?
La cassaforte Lagfin
Il sito della compagnia si limita a dichiarare che la gestione spetta a una società in accomandita per azioni lussemburghese, Artemisia Management, socio accomandatario. Chi siano gli altri azionisti non è però rivelato, anche se è generalmente noto che il gruppo Campari è controllato dalla famiglia Garavoglia, in particolare dai fratelli Luca e Alessandra (la sorella Maddalena non è parte della compagine). Con quali quote non è però dato sapere: la catena di controllo si ferma in Lussemburgo. Un documento confidenziale e inedito, allegato al progetto di riqualificazione del Rector Building di Chicago, consente però di risalire oltre e di ricostruire l’assetto di controllo di Lagfin e, quindi, del gruppo Campari.
La catena di controllo
Si scopre così che il 50,797% della lussemburghese Lagfin fa capo a DoRo Anstalt, una fondazione con sede a Vaduz in Lichtenstein e costituita sul finire di novembre del 2022. A sua volta il 100% del capitale di Doro Anstalt fa capo al 24enne Alessandro Garavoglia che dai documenti dichiara di risiedere a Malta, anche se un recente aggiornamento del registro delle imprese britannico sembra indicare che si sia trasferito in Svizzera. Il padre Luca Garavoglia, presidente di Campari e residente nel principato di Monaco, ha mantenuto per sé, direttamente o attraverso scatole societarie, la proprietà di poco più dello 0,5% di Lagfin, mentre la sorella Alessandra Garavoglia, consigliera di amministrazione del gruppo degli aperitivi e residente in Svizzera, ha in mano il 48,662%.
La fondazione in Liechtenstein
Ma cosa spinge a disegnare una struttura societaria tanto ramificata da arrivare sino in Liechtenstein? Il piccolo principato ospita diverse fondazioni facenti capo a dinastie imprenditoriali di tutto il mondo (per esempio la famiglia Rausing che ha fatto fortuna con i cartoni Tetrapak e l’Ikea Foundation). Il Paese, secondo le ultime conclusioni di Tax Justice Network, offre del resto un trattamento fiscale vantaggioso e un buon grado di segretezza, specialmente quando si tratta di Anstalt. Le fondazioni basate in Liechtenstein offrono però anche altri vantaggi perché la legislazione in materia è rodata e consente di pianificare la successione familiare.
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5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 15:49)
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