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Farmacisti in sciopero il 6 novembre, la protesta dei 60 mila: dove saranno le manifestazioni e i disagi per i clienti

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È un giovedì che pesa più di altri, quello del 6 novembre, per la sanità di prossimità italiana. Circa 60 mila farmaciste e farmacisti delle farmacie private incroceranno le braccia per l’intero turno di lavoro: è il primo sciopero nazionale mai indetto dal settore ed è la risposta ala rottura delle trattative sul rinnovo del contratto collettivo, scaduto il 31 agosto scorso.

Una mobilitazione che va oltre la contesa salariale. Perché nelle farmacie, soprattutto nei piccoli centri, si misura una parte silenziosa del sistema sanitario: quella che ascolta senza appuntamento, che durante la pandemia ha garantito tamponi, vaccini, consigli, presenza. E capire se oggi quelle competenze meritano riconoscimento contrattuale significa, in fondo, interrogarsi su come il Paese intende sostenere chi presidia il territorio quando il resto della sanità fatica.

Le richieste dei sindacati

Le sigle promotrici — Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs — parlano di un «ruolo essenziale» e di una professionalità che «merita rispetto, riconoscimento e tutele all’altezza delle competenze richieste dal servizio». Il tavolo con Federfarma, l’associazione dei titolari di farmacia, si è fermato a metà ottobre: da una parte l’offerta di 180 euro lordi mensili di aumento, dall’altra la richiesta sindacale di circa 360 euro e di strumenti che accompagnino l’evoluzione verso la farmacia dei servizi, dove la dispensazione del farmaco convive con prevenzione, monitoraggio e consulenza.

Federfarma: «Richieste insostenibili»

Federfarma rivendica l’adeguatezza della propria proposta e mette in guardia dai rischi per le realtà più piccole, parlando di richieste «insostenibili» e ricordando di aver previsto anche benefit, formazione e tutele aggiuntive. I sindacati, invece, insistono: «Abbiamo avanzato proposte sostenibili per giusti aumenti, una migliore conciliazione vita-lavoro, percorsi formativi e valorizzazione delle competenze». E chiedono alla controparte di tornare al tavolo, «dimostrando di voler davvero tutelare chi lavora nelle farmacie private».

Le manifestazioni e i presidi previsti

E mentre le trattative restano sospese, la protesta diventa presenza fisica nelle piazze: la mobilitazione attraverserà l’intero Paese con o seguenti presidi e manifestazioni nelle principali città italiane:

Abruzzo: L’Aquila – Palazzo dell’Emiciclo (Consiglio Regionale), ore 10:30
Basilicata: Matera – Via XX Settembre (Prefettura), ore 9:30
Calabria: Reggio Calabria – Piazza Italia (Prefettura), ore 11
Campania: Napoli – Via Toledo 156 (Federfarma Napoli), ore 11
Emilia-Romagna: Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Cesena e Rimini (davanti a sedi Federfarma e Prefetture, dalle ore 9 alle 12)
Friuli-Venezia Giulia: Trieste – Via dell’Orologio 1 (Palazzo della Regione), ore 10:30
Lazio: Roma – Piazza San Giovanni (angolo Via Carlo Felice, sede Federfarma Nazionale), ore 9
Liguria: Genova – Largo Eros Lanfranco 1 (Prefettura), ore 10
Lombardia: Milano – Via Galvani 27 (Palazzo Lombardia), ore 10:30
Marche: Ancona – Via 1° Maggio 142 (Federfarma regionale), ore 10:30
Molise: Campobasso – Via Duca degli Abruzzi 1 (Federfarma Molise), ore 10
Piemonte: Torino – Piazza Castello 199/201 (Prefettura), ore 10
Puglia: Bari – Piazza Libertà 1 (Palazzo di Governo), ore 9:30
Sardegna: Cagliari – Via Roma (Regione Sardegna), ore 11
Sicilia: Palermo – Piazza Indipendenza (Presidenza Regione Siciliana), ore 10; Catania – corteo da Piazza San Domenico a Via Androne 76 (Federfarma), ore 10
Toscana: Firenze – Piazza Duomo 10 (Regione Toscana), ore 10:30
Trentino-Alto Adige: Bolzano – Via Macello 57 (Federfarma Alto Adige), ore 10
Umbria: Perugia – Piazza Italia (Consiglio Regionale), ore 9:30
Veneto: Venezia – Campo San Maurizio (Prefettura), ore 10

Cosa succede agli utenti

Alla luce di questo quadro, e con gli organizzatori che prefigurano un’adesione ampia, cosa dovranno aspettarsi i cittadini? A fare chiarezza è Farmacieunite, sindacato nazionale alternativo a Federfarma che oggi riunisce 590 esercizi sul territorio: «Le farmacie resteranno aperte – puntualizza il presidente Maurizio Giacomazzi – anche in caso di partecipazione dei farmacisti allo sciopero». Una precisazione non da poco. Perché se il personale dovesse incrociare le braccia in blocco, a garantire il servizio sarà chi quelle farmacie le possiede. Serrande alzate, dunque, ma dietro il bancone, probabilmente, i titolari.

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5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 15:41)

5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 15:41)

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