
Settantasei anni dopo la prima vittoria a Le Mans, la Ferrari torna a scrivere la propria storia non sull’asfalto, ma nel mondo digitale. Si chiama F76, omaggio a quell’impresa del 1949 firmata da Luigi Chinetti e Lord Selsdon, ma questa volta la pista è virtuale, e la materia è fatta di pixel e blockchain: si tratta infatti della prima vettura di Maranello creata esclusivamente per il mondo digitale, un oggetto non fisico ma autentico nel suo valore: un NFT, simbolo di una nuova era in cui tradizione e tecnologia si fondono.
Un’esclusiva per i clienti dell’Hyperclub
Non è un esercizio di stile o un modello virtuale per i videogame come la Vision Gran Turismo del 2022, né ovviamente un’auto destinata alla produzione La F76 nasce come progetto pionieristico pensato per gli iscritti all’Hyperclub, la community più esclusiva del Cavallino Rampante che coinvolgerà clienti altamente selezionati in un programma che prevede l’accesso privilegiato alle competizioni e al mondo Ferrari, incentrata sulla 24 ore di Le Mans e le 499 P che hanno trionfato nelle ultime tre edizioni. La F76, oltre ad essere un NFT (Non Fungible Token) ovvero un certificato digitale unico che rappresenta la proprietà di un asset, è anche un manifesto, un laboratorio concettuale in cui il Centro Stile Ferrari, guidato da Flavio Manzoni, ha voluto immaginare il linguaggio estetico dei modelli del futuro.
Forme avveniristiche, con echi della F80
Le forme – nelle parole della Ferrari – coniugano biomimetica, architettura e ingegneria: il risultato è una doppia fusoliera che sembra fluttuare nell’aria, scolpita dal vento, per trasformarsi in un’ala centrale che sfrutta l’effetto suolo. Forme che suggeriscono lo scorrere dei flussi aerodinamici verso la parte posteriore, dove una seconda ala sovrapposta che racchiude i quattro fari a Led chiude la scultura e ne accentua la potenza visiva. Echi della F80, l’ultima hypercar del Cavallino Rampante, si vedono nelle superfici tese, nei tagli verticali e nel frontale, sospeso tra i parafanghi, ma qui tutto è ottimizzato matematicamente, con l’algoritmo che prende il posto del tratto manuale.
Lusso digitale
Le due cellule separate per pilota e passeggero sono pensate come spazi simmetrici, uniti da una tecnologia drive by wire che sincronizza sterzo e pedaliera, trasformando la guida in un’esperienza condivisa. Con la F76, Ferrari ha fatto un regalo virtuale, unico e personalizzabile, per offrire un nuovo modo di intendere il lusso: non possedere un oggetto, ma far parte di una community esperienziale, dove il valore sta nell’appartenenza e nella partecipazione. Un’auto che non esiste, eppure racconta più di qualunque altra cosa la vera essenza Ferrari, quella capacità di correre sempre un passo avanti, anche quando la pista non è più reale ma digitale.
4 novembre 2025 (modifica il 4 novembre 2025 | 17:49)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 novembre 2025 (modifica il 4 novembre 2025 | 17:49)
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