
«Mi candido per dare voce a chi non ha voce. Per difendere i diritti dei lavoratori, per valorizzare le eccellenze locali, per costruire una Regione che non dimentichi le sue radici cristiane e democratiche. È tempo di tornare a fare politica con dignità, con passione e con coraggio». Così parlava Antonio Lopez poche settimane fa, annunciando la sua candidatura al consiglio regionale nelle liste di Forza Italia, a sostegno di Luigi Lobuono insieme a Carmela Minuto.
Quella dichiarazione, carica di idealismo e orgoglio civico, racconta l’ambizione di un uomo che aveva fatto della politica un’estensione naturale del proprio impegno professionale e personale. Oggi quelle stesse parole risuonano diversamente: Lopez, assessore alle Attività produttive, Mercati, Fiere e Politiche attive del lavoro del Comune di Modugno, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta su un presunto scambio elettorale politico-mafioso.
Imprenditore termoidraulico, commissario della Dc
Imprenditore nel settore termoidraulico, Lopez aveva costruito la propria carriera amministrativa a partire dal basso. Nel 2020 si era candidato alle comunali con la lista civica “Modugno per le imprese e il commercio”, ottenendo 195 voti, un consenso che gli aprì le porte della giunta come assessore alle Attività produttive. Un incarico che, negli anni, lo aveva portato a muoversi tra progetti per l’artigianato locale, il rilancio dei mercati e la promozione dell’imprenditoria giovanile.
Parallelamente, aveva intrapreso un percorso politico più ampio, culminato alcuni mesi fa nella nomina a commissario provinciale della Democrazia Cristiana per Bari. Un ruolo che lui stesso descriveva come una «missione di servizio» per riportare al centro della politica «valori, visione e competenza». Nel testo di presentazione della sua candidatura, Lopez scriveva ancora: «Come amministratore e come democristiano, ho sempre creduto che la politica debba servire le persone, non servirsene. Oggi più che mai, la Puglia ha bisogno di una classe dirigente che conosca i problemi reali e sappia affrontarli con competenza, visione e valori».
Parole che oggi, alla luce dell’inchiesta, sembrano appartenere a un’altra stagione. Eppure restituiscono l’immagine di un politico determinato a interpretare la politica come vocazione, convinto che la credibilità personale potesse rappresentare un ponte tra le istituzioni e la società civile.
Il suo curriculum lo presenta come un uomo «capace di interagire con soggetti pubblici e privati, di coordinare team di lavoro e di gestire progetti complessi in ambito economico e sociale». Incarichi, relazioni e un’attività amministrativa che ha consolidato la sua figura all’interno del tessuto politico modugnese. L’arresto segna ora una cesura profonda nella parabola di un amministratore che aveva costruito la propria immagine su parole come dignità, passione e coraggio.
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5 novembre 2025
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