
Spesso i cani di piccola taglia vengono trattati come se fossero giocattoli: vengono presi in braccio di continuo, portati in borsa, lavati e spazzolati di frequente, sommersi di attenzioni e coccole. Ma un eccesso di manipolazione può trasformarsi in una fonte di stress e persino di aggressività. Per capire meglio come riconoscere e prevenire questi comportamenti, abbiamo chiesto consiglio alla dottoressa Zita Talamonti, veterinaria comportamentalista, che da anni si occupa di educazione e benessere animale.
L’aggressività «da peluche»
«Ormai il 70% delle visite comportamentali che svolgo riguarda episodi di aggressività nei cani di piccola o piccolissima taglia, le cosiddette razze Toy» spiega la dottoressa Zita Talamonti. «Spesso questi cani non vengono percepiti come veri cani, ma come piccoli peluche. Non è cattiveria: è un comportamento istintivo, perché è più facile e spontaneo prendere in braccio un cagnolino di due chili rispetto a un Labrador di trenta».
Il circolo vizioso dell’iper-manipolazione
Questi cani vengono continuamente presi in braccio, tenuti in borsa, coccolati e sottoposti a una toelettatura eccessiva. «Dopo ogni passeggiata arrivano salviettine per zampe e muso, perché poi il cane deve salire sul divano o sul letto. Ma questo crea un circolo vizioso che finisce per annullare la loro capacità comunicativa» spiega Talamonti. «Non tutti i cani amano essere manipolati: sono individui, con caratteri diversi. Alcuni gradiscono il contatto, altri no. Ma i proprietari spesso ignorano i segnali di fastidio e continuano a toccarli anche quando il cane chiede spazio».
I segnali ignorati
I cani, prima di arrivare al morso, comunicano chiaramente il loro disagio. «Sbadigliano, girano la testa, distolgono lo sguardo, si leccano le labbra: sono tutti segnali di allontanamento» racconta la dottoressa. «Quando però questi segnali vengono ignorati, il cane si sente incompreso e finisce per usare il morso come strumento difensivo. Non è aggressività da dominanza, ma paura. Ed è triste, perché questi cani vivono in una condizione di stress costante».
Il caso della toellettatura
Uno dei momenti più critici è proprio quello della toelettatura. «I cagnolini di piccola taglia vengono spesso portati dal tolettatore una o più volte al mese. I professionisti fanno del loro meglio, ma per il cane non è una situazione piacevole: deve stare fermo per ore, subisce pettinature, nodi tirati, sapone negli occhi. È un carico di ansia enorme». «Sempre più spesso incontro cani che non tollerano più la toelettatura, né dal tolettatore né dai proprietari, e reagiscono con aggressività per paura».
Rispettare la comunicazione del cane
«Dobbiamo imparare a metterci nei panni dell’animale e ricordarci che non è un peluche, ma un essere vivente con un carattere proprio, esattamente come un Dobermann» sottolinea Talamonti. «Sbadigliare, leccarsi il naso, socchiudere gli occhi, portare le orecchie all’indietro: sono tutti modi per dirci che non vuole contatto in quel momento. Rispettare questi segnali è fondamentale».
Comprendersi davvero
Quando il cane si sente compreso, cambia tutto. «È meraviglioso vedere come la relazione cane-proprietario migliori quando il proprietario inizia ad ascoltare davvero il linguaggio del suo animale» conclude la dottoressa. «Il cane sereno e rispettato è anche più affettuoso e fiducioso: capire il suo linguaggio è il primo passo per costruire un legame autentico».
5 novembre 2025
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