Home / Economia / Chiesi amplia lo stabilimento in Francia: investimenti per inalatori a basso impatto e terapie respiratorie più sostenibili

Chiesi amplia lo stabilimento in Francia: investimenti per inalatori a basso impatto e terapie respiratorie più sostenibili

//?#

Nel cuore della Loira, il 4 novembre è stato inaugurato qualcosa che somiglia a un pezzo di futuro. Non un gesto simbolico, non una targa da scoprire per dovere istituzionale. A La Chaussée-Saint-Victor, alle porte di Blois, Chiesi ha tagliato il nastro dell’ampliamento del suo sito industriale. È un investimento materiale, concreto, ma anche dichiarazione d’intenti: fare industria in Europa, riducendo l’impronta ambientale e mantenendo l’ambizione di restare protagonisti globali nel trattamento delle malattie respiratorie.

Chiesi, che negli anni si è costruita una reputazione di player internazionale nella cura delle patologie respiratorie, qui punta a un’idea semplice e complessa allo stesso tempo: curare e, insieme, inquinare meno. Dal 2019 il gruppo ha messo sul tavolo oltre 400 milioni di euro per sviluppare una nuova piattaforma di inalatori a impatto minimo di carbonio — i Carbon Minimal Inhalers — una tecnologia proprietaria che promette una riduzione dell’impronta carbonica fino al 90% per dispositivo, grazie a propellenti di nuova generazione. Stessa efficacia, stessa sicurezza, stessa facilità d’uso: ma un pianeta meno affaticato.

Lo stabilimento francese sarà il centro produttivo di questa nuova famiglia di dispositivi predosati. Dalla provincia silenziosa della Loira, respiratori destinati ai pazienti di tutto il mondo. «Questo momento rappresenta molto più di un successo industriale», scandisce Maria Paola Chiesi, vicepresidente del Gruppo. «È la testimonianza del nostro impegno nel creare un ambiente in cui ognuno contribuisca a un obiettivo comune: innovare per il benessere dei pazienti e delle comunità in cui operiamo, salvaguardando al tempo stesso il pianeta». Una frase che sembra voler allargare la cornice: non un prodotto, ma un modello.

Quello di oggi 4 novembre è solo l’ultimo passo di una strategia che negli ultimi dieci anni ha portato oltre 160 milioni di euro di investimenti nel sito francese, aumentandone capacità e resilienza. Entro il 2026, l’impianto dovrebbe raggiungere i 300 collaboratori, con circa 50 nuovi posti di lavoro previsti già nei prossimi mesi. Numeri che non restano chiusi dentro il perimetro aziendale: secondo uno studio di BDO, Chiesi genera in Francia 150 milioni di euro di Pil e sostiene 1.350 posti di lavoro diretti e indiretti, con oltre l’80% della produzione destinata all’esportazione.

Non c’è solo industria, dunque, ma un pezzo di sovranità economica europea che qui prova a prendere forma, lontano dai proclami e vicino alle linee di assemblaggio. «L’Europa possiede tutte le risorse per avere successo… Qui dimostriamo che può non solo partecipare a questa trasformazione globale verso lo sviluppo sostenibile, ma anche guidarla», conclude Maria Paola Chiesi. Poi l’avvertimento, pacato ma netto: servono politiche capaci di attrarre investimenti e accelerare l’innovazione.

Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.


Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.

4 novembre 2025

4 novembre 2025

Fonte Originale