Tra dolcetti e scherzetti, la festa di Halloween riporta l’attenzione su tutti quegli «animali fantasma», che ancora oggi compaiono raramente e che, senza adeguate tutele, potremmo perdere per sempre. Parliamo di creature silenziose, nascoste nei luoghi più remoti del Pianeta, che conosciamo più per le tracce che lasciano che per gli avvistamenti diretti, e che spesso sono già a rischio estinzione.
In occasione di Halloween, il Wwf ha voluto fare il punto sulla loro situazione. Partiamo dal leopardo delle nevi, noto come il «fantasma delle montagne» per via del manto bianco-grigio che ne permette la mimetizzazione. Presente nelle aree rocciose dell’Asia centrale, ha un carattere solitario e, a differenza della maggioranza dei grandi felini, non è capace di ruggire. Per comunicare emette un suono conosciuto come «chuff». Oggi la sua popolazione è stimata sotto i 7mila individui e, secondo gli esperti, potrebbe ridursi del 10% nei prossimi vent’anni.
Con poche decine di individui rimasti (non più di 80), il rinoceronte di Giava è uno dei mammiferi più rari al mondo ed è anche il più minacciato delle cinque specie di rinoceronti ancora esistenti. Vive in un’area remota e inaccessibile dove gli scienziati lo monitorano grazie a fototrappole e Dna ambientale. È così elusivo che non esistono fotografie recenti a distanza ravvicinata di individui in libertà.
E ancora, il saola: scoperto solo nel 1992 – grazie anche al lavoro di ricerca del Wwf – sui monti Annamiti, nelle remote foreste tra Vietnam e Laos, è ancora oggi un enigma vivente, tanto che nessuno scienziato lo ha mai osservato libero nel suo ambiente naturale. Soprannominato «l’unicorno dell’Asia», rischia l’estinzione a causa delle trappole dei bracconieri e della frammentazione dell’habitat.
Nascosto tra le foreste pluviali del Sud-Est asiatico, troviamo anche il leopardo nebuloso, felino dai movimenti eleganti e silenziose. Vive sugli alberi, si muove di notte e il suo mantello maculato si confonde con la luce filtrata del sottobosco. Persino le fototrappole lo catturano di rado. Questa specie è una vittima silenziosa della deforestazione e della caccia illegale.
Nel Golfo di California vive la vaquita, la focena più piccola del mondo e il più minacciato tra i mammiferi marini. Schiva, silenziosa e molto paurosa (alcuni esemplari sono morti di crepacuore durante i tentativi di spostarli in luoghi più sicuri), fa il possibile per evitare l’incontro con l’uomo, ma rimane purtroppo vittima delle reti illegali usate per catturare il totoaba, un pesce molto richiesto sul mercato illegale.

È il pappagallo più pesante del mondo, l’unico incapace di volare, eppure uno dei più difficili da vedere: il kakapo vive solo in poche isole protette della Nuova Zelanda, dove sopravvive grazie a un rigoroso programma di conservazione. È notturno, terricolo, si muove tra il muschio e le felci con una cautela quasi felina, e il suo silenzio è parte della sua difesa. Una specie che unisce fragilità e resistenza in modo commovente.
Una volta comune in tutto il Mediterraneo, la foca monaca era considerata estinta in molte aree e paesi fino a pochi anni fa. Timidissima (si rifugia e si riproduce in grotte marine inaccessibili) negli anni ha imparato a sfuggire allo sguardo dell’uomo che l’ha perseguitata crudelmente considerandola una nemica da combattere. Oggi grazie anche alle nuove tecniche di ricerca (come il DNA ambientale) è possibile tracciare una nuova mappa della presenza di questa foca dandole un nuovo futuro.
E infine, nelle foreste del Bacino del Congo centrale vive un gigante che in pochi hanno la fortuna di osservare: l’elefante di foresta. Più piccolo di quello della savana, si muove silenzioso tra gli alberi, lasciando solo orme e sentieri appena visibili. Bracconaggio e deforestazione ne hanno ridotto drasticamente la popolazione cancellandone circa il 70% in pochi anni.
31 ottobre 2025 ( modifica il 31 ottobre 2025 | 10:58)
© RIPRODUZIONE RISERVATA




