
Su un punto convergono: le infrastrutture, dal ferro alla gomma fino a quelle che supportano la spinta al digitale, sono «fondamentali» e «vanno sviluppate con la massima urgenza». Poi, però, le strade dei due candidati alla presidenza della Regione — Alberto Stefani (centrodestra) e Giovanni Manildo (centrosinistra) — si dividono. E per la prima volta, dopo tre incontri pubblici con categorie e sindacati (l’ultimo giovedì a Marghera) in cui i due papabili presidenti erano sembrati quasi perfettamente allineati su molti temi, iniziano a emergere le differenze nei programmi. A partire dalla creazione di una holding per le autostrade in capo a Cav. «Vorrei capirne meglio i presupposti — dice Manildo — se l’ipotesi nasce solo per sanare i conti della Pedemontana,nutro dubbi che la Brescia-Padova potrebbe essere d’accordo». Di contro, per Stefani, cui va la paternità dell’emendamento alla Camera che apre appunto alla holding autostradale del Veneto, parla di «rivoluzione». «Consente di realizzare la prima forma di autonomia autostradale — spiega —, di incassare i pedaggi e poi investirli in infrastrutture». Perché «la politica può promettere qualsiasi opera ma se non dice come finanziarla le promesse resteranno tali».
L’input degli industriali
A dare il là a un confronto, a distanza, sul tema dei temi per le imprese venete, ossia le infrastrutture, è Leopoldo Destro, già presidente di Confindustria Veneto est e ora delegato del presidente nazionale Emanuele Orsini a Trasporti e Logistica. In occasione dei dieci anni di Corriere Imprese e dell’evento del 22 ottobre, in Fiera a Padova, «Sfide dell’altro mondo», Destro ha snocciolato le criticità della regione con una dettagliata «to do list». Dall’urgenza dell’alta velocità , al potenziamento degli interporti di Verona e Padova, dalla messa in sicurezza della Romea alla Valdastico verso il Trentino. Senza tralasciare l’infrastrutturazione digitale: fibra con annesso potenziamento delle reti elettriche.
Alta VelocitÃ
Prima questione, l’alta velocità . «Sulla Tav bisogna fare presto, la definizione della fermata Vicenza ha rallentato i lavori e bisogna accelerare sul tracciato di Padova», sostiene Manildo che sul ferro spinge al massimo l’acceleratore («più ferro, meno asfalto», il suo mantra) rispolverando i progetti della metropolitana di superficie. «Il Sistema ferroviario metropolitano regionale (Sfmr) è altrettanto fondamentale per una mobilità a 360 gradi, che sia di vero servizio a imprese e cittadini — dice — la Regione però ha lasciato perdere un piano che esisteva dal 1990». Sottolinea, quindi, Stefani: «La Tav è una priorità , noi continueremo a fare il massimo per sbloccare l’iter autorizzativo ed aiutare i sindaci dei territori interessati».
Dalla Valdastico alla Via del Mare
Promossa, invece, da entrambi i candidati la Valdastico, sulla cui realizzazione due giorni fa è tornato il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. «Abbiamo preso l’impegno, siamo pronti a ragionare a altre ipotesi (di percorso, ndr) perché il progetto vada avanti», ha detto proprio a Confindustria. «Un’ottima notizia — osserva Manildo —, darebbe senso alla Pedemontana». E Stefani: «Per la parte veneta siamo al progetto definitivo come per la via del Mare». Che il suo competitor boccia. «Sono molto dubbioso — dice il candidato pd — manca l’arrivo a Cavallino e, in generale, così come è stato studiato il tracciato risulta molto critico». Sullo spingere a nord l’A27 d’Alemagna, Destro ricorda che non è tra le priorità dell’Europa e che dunque non ci sono finanziamenti in vista. Eppure gli imprenditori del Bellunese lo sollecitano. «La sua prosecuzione non dipende dalla Regione perché è di interesse internazionale — osserva Stefani —. Ma Tirolo e Carinzia sono contrari».
La banda larga e la rete elettrica
Sul fronte delle infrastrutture «virtuali», «la banda larga deve esserci in tutta la Regione, lo abbiamo messo nel programma — aggiunge Stefani — anche nelle aree montane o meno centrali». Ma il Veneto «non ha bisogno solo di connessione, deve anche poter essere protagonista — conclude — della rivoluzione dell’innovazione, dall’intelligenza artificiale al quantum computing». La fibra, però, ha bisogno di una rete elettrica più potente («ogni estate bastano un paio di condizionatori e salta tutto», le parole di Destro): «Il Veneto deve assolutamente essere connesso — spiega Manildo — e per avere una tenuta sostenibile della rete bisogna puntare sul rinnovabile». E vanno previste, in anticipo, eventuali criticità . «Per evitare fenomeni come il blackout occorso in Spagna vanno create zone di accumulo energetico, potenziamento cioè con salvavita».
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24 ottobre 2025
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