C’è un’aria diversa in Ferretti group, quella che si respira dopo un’estate di saloni nautici affollati e contratti firmati. Al 30 settembre 2025, il gruppo di Forlì guidato da Alberto Galassi mette a segno un nuovo trimestre in crescita, confermando la sua rotta di solidità industriale e leadership nel lusso, e archiviando una semestrale un po’ titubante. Anzi, il gruppo è pronto a crescere anche per linee esterne, come più volte annunciato dallo stesso ceo: «Continuiamo ad accarezzare strategie di M&A, ancora mi auguro di firmare presto l’esclusiva per iniziare una negoziazione e avviare la due diligence. Noi abbiamo due ossessioni: espanderci nei servizi e nella nostra capacità produttiva».
Galassi: nessuna guerra tra i soci di Ferretti
Il dato che salta all’occhio è quello della raccolta ordini, arrivata a 770,9 milioni di euro nei primi nove mesi del 2025, in aumento del 4,6% sull’anno precedente, con un balzo del 36% nel terzo trimestre. Ancora più eclatante la progressione nel segmento made-to-measure, gli yacht tra i 30 e i 43 metri costruiti su misura per armatori esigenti: +185% nel trimestre e +31,9% da inizio anno. I numeri per Galassi fugano il clima di incertezza alimentato da indiscrezioni su avvicendamenti nel capitale e spionaggio industriale nei confronti dei soci cinesi. «Vorrei la Var per le fake news. Mi hanno fatto piacere i complimenti del cda a me e alle persone che con me lavorano. Abbiamo cambiato l’area commerciale con il nuovo direttore Giordano Pellacani, insomma parlano i fatti. Se ci fosse una guerra all’interno di Ferretti, questi non sarebbero i risultati. Quanto all’altra storia c’è la magistratura che indaga e si vedrà».
I saloni nel Mediteerraneo da record
Dietro queste cifre, il successo di una stagione nautica mediterranea da record: Monaco, Cannes, Genova, dove Ferretti ha mostrato una gamma sempre più ampia e di fascia alta, in linea con la domanda del mercato top-tier. «Le do un dato: nei nove mesi dell’anno scorso avevamo 290 negoziazioni in corso, i primi nove mesi del 2025 sono 430. Il dato è emblematico, vendiamo in 70 Paesi prodotti con un certo appeal», spiega Galassi. «Il made-to-measure è il 55% della raccolta, son tutti modelli nuovi che sono piaciuti tanto. L’anno scorso abbiamo venduto otto Custom Line Navetta 38, quest’anno di Custom Line Navetta 35 ne abbiamo già vendute già due sulla carta e sono barche da 15-20 milioni. Abbiamo presentato il Riva Caravel in vetroresina, 42 metri dislocante, e una è stata già venduta a 27 milioni. Il Riva 110 aveva venduto 30 esemplari, l’erede, il Riva 112 ne ha già venduti otto e l’abbiamo presentato poco fa ai saloni di Cannes e Montecarlo. Il Custom Line Saetta 128, presentata quest’anno sulla carta, già vendute due». Insomma il segmento viaggia grazie soprattutto alla rivitalizzazione dei nuovi modelli.
Decide il mercato
Secondo Galassi è l’essenza del Made in Italy che rende le imbarcazioni Ferretti desiderabili, in un mercato del lusso divaricato, con l’aspirazionale che soffre e l’altissimo di gamma che invece corre. «Abbiamo stilisti e designer esterni che sono eccezionali, non possiamo ad esempio prescindere da un architetto come Filippo Salvetti o da uno studio come Filippo Citterio Patricia Viel, che disegnano le nostre Custom Line: noi disegniamo, produciamo e vendiamo bellezza italiana e il mercato ti paga. E noi siamo in quella parte di mercato che funziona perché abbiamo prodotto, solidità, nessun debito e il cliente di preferisce».
Ricavi e margini in progresso
I ricavi netti dalle vendite dei nuovi yacht raggiungono 887,2 milioni di euro, in crescita del 2,5% sui 865,3 milioni dello stesso periodo 2024. L’Ebitda adjusted si attesta a 141,7 milioni, anch’esso in aumento del 2,5%, con un margine del 16%, stabile rispetto all’anno scorso.
L’utile netto si ferma a 61 milioni, leggermente sotto i 62,2 milioni del 2024 (-1,9%). La posizione finanziaria netta rimane positiva con 65,2 milioni di cassa netta, in flessione rispetto ai 101,6 milioni di giugno, riflettendo il consueto assorbimento stagionale di capitale circolante del terzo trimestre.
La geografia del lusso
A spingere la crescita è soprattutto l’Europa, tornata a fare da traino alla domanda globale di yacht Ferretti. Con 379,2 milioni di euro di ordini nei primi nove mesi dell’anno (+32% sul 2024), il Vecchio Continente rappresenta oggi quasi la metà del portafoglio complessivo (49,2%). Monaco, Cannes, Genova: la stagione dei saloni mediterranei ha riportato vitalità e fiducia tra gli armatori, e si è tradotta in contratti concreti.
Indonesia, Malesia, Australia le nuove rotte
Nel resto del mondo, il quadro è più sfumato. Il Medio Oriente e l’Africa (Mea) totalizzano 176,8 milioni di ordini (-25,5% anno su anno), ma il confronto risente di un maxi contratto per un superyacht siglato nel 2024. Al netto di quel picco, l’area resta dinamica. Le Americhe (Amas), con 199 milioni di euro, confermano la propria solidità in vista della nuova stagione USA, mentre l’Asia-Pacifico (APAC) continua la sua crescita graduale (+13,4%) su basi ancora contenute. «L’Asia ribadisco non funziona, non contribuisce sul portafoglio ordini, nei nove mesi del 2024 ha apportato 14 milioni di raccolta, quest’anno 16: è “flat”. Gli armatori cinesi sono concentrati su altro, essendo prima sviluppatori immobiliari e quel settore è in difficoltà. Si trascina Hong Kong, c’è lo scandalo dei flusso di cassa a Singapore. Noi viviamo di Australia e Nuova Zelanda però c’è tanto potenziale in Malesia e Indonesia, in quest’ultima investono molto sui porti e c’è tanto margine di manovra»
Portafoglio ordini e prospettive
Il vento resta favorevole anche guardando avanti. Al 30 settembre 2025, il portafoglio ordini del gruppo raggiunge 1,497,9 miliardi di euro, in crescita del 12,9% rispetto all’anno precedente e del 3,6% rispetto a giugno. Un progresso che riflette la forza della domanda nei segmenti più pregiati: i Super yachts, in particolare, valgono ormai il 46% del totale (+29,5% su base annua), segno di una clientela che guarda sempre più in alto — letteralmente — nelle dimensioni e nelle personalizzazioni.
Il net backlog, cioè gli ordini non ancora consegnati al netto dei ricavi già contabilizzati, sale a 794,7 milioni di euro, +4,5% rispetto a giugno e +1,9% sull’anno. Un portafoglio solido e ben bilanciato, sostenuto da un mix di prodotto che privilegia gli yacht sopra gli 80 piedi — un terreno dove Ferretti continua a dettare standard di mercato.
Guidance confermata
La rotta è tracciata e Ferretti non cambia timone. Il gruppo conferma la guidance 2025, con ricavi attesi tra 1,22 e 1,24 miliardi di euro e un Ebitda adjusted compreso fra 201 e 207 milioni, in crescita rispetto ai 190 milioni del 2024. Anche la marginalità è prevista in miglioramento, fino a un 16,7%, con un obiettivo di medio termine oltre il 18,5%.
Gli investimenti restano consistenti: 64,5 milioni di euro nei primi nove mesi, di cui 39,6 milioni destinati all’espansione industriale e all’ampliamento del portafoglio prodotti. Il tutto mantenendo una posizione finanziaria netta positiva, pari a 65,2 milioni di cassa netta, che testimonia la capacità di autofinanziamento del gruppo anche in una fase di forte crescita operativa. «Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti», ha dichiarato l’amministratore delegato Alberto Galassi, «il miglioramento del contesto macroeconomico e geopolitico ci ha permesso di cogliere le opportunità con maggiore efficacia. Il livello delle negoziazioni è elevato e la domanda continua a crescere».
Lo sguardo, ora, è puntato su innovazione, sostenibilità e internalizzazione delle attività a più alto valore aggiunto. Ferretti intende ampliare la gamma made-to-measure e sviluppare nuovi superyacht in lega firmati Riva, Pershing e Custom Line. Al tempo stesso, punta a rafforzare i servizi post-vendita, la brand extension e le attività di noleggio e refitting.


23 ottobre 2025 ( modifica il 23 ottobre 2025 | 17:19)
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