Dopo dieci anni (e qualche scossone) il mondo delle fondazioni si appresta a entrare in una nuova fase di vita. È infatti in dirittura d’arrivo la firma tra gli 86 enti di origine bancaria e Tesoro che sancirà l’aggiornamento del protocollo Acri-Mef, il documento di autodisciplina frutto del confronto nel 2015 tra l’allora presidente Acri, Giuseppe Guzzetti, e il ministro dell’Economia del governo Renzi, Pier Carlo Padoan.
Salvo sorprese, l’annuncio dell’intesa dovrebbe essere fatto in occasione della Giornata del Risparmio in programma a Roma il 28 ottobre e intitolata «Risparmio: tutela, inclusione, sviluppo». Secondo indiscrezioni, il testo di addendum per la revisione — a cui hanno dato parere favorevole quasi tutte le fondazioni (ne mancherebbero ancora tre) — prevedrebbe due modifiche, una sulla concentrazione del patrimonio e una sulla governance.
Per quanto riguarda il primo punto, sarebbe previsto l’innalzamento della quota di investimento nella banca conferitaria dal 33% dell’attivo di bilancio al 44% esprimendo entrambe le grandezze al fair value. Il vecchio limite si era rivelato un problema con la recente corsa dei titoli del credito in Borsa, che aveva spinto il valore di libro delle partecipazioni nella conferitaria oltre il 33%, e costringendo così alcune fondazioni a vendere azioni pur di rientrare nella cornice patrimoniale fissata dal protocollo (vedi Fondazione Carisbo, che un anno esatto fa fu costretta dal Ministero dell’Economia a vendere azioni di Intesa Sanpaolo, riducendo di qualche decimo percentuale l’1,334% in Ca’ de Sass).Â
Il secondo punto riguarderebbe l’allungamento dei mandati degli organi di governo dagli attuali 4 anni a 6 anni per il presidente e per i membri del consiglio di indirizzo, che con un solo eventuale rinnovo potrebbero restare in carica per un massimo di 12 anni. L’incarico per i membri del cda resterà invece di 4 anni. Questa novità dovrà essere recepita volontariamente da ogni singola fondazione, che dovrà esprimersi tramite votazione del consiglio di indirizzo o dell’assemblea, in caso di fondazione associativa, su una delibera del board. Tra la fine di un mandato negli organi di governance e un possibile nuovo incarico negli enti strumentali della fondazione è prevista poi una pausa di tre anni. Resta invece confermata l’attesa di 12 mesi tra la funzione svolta in una fondazione l’assunzione di un ruolo in banca.Â
16 ottobre 2025
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