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Atalanta, Scamacca torna ad allenarsi in gruppo. Ma c’è cautela per il rientro pensando alla Champions

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Sono sedici gli ultrà atalantini daspati per gli scontri con i tifosi comaschi avvenuti la notte del 30 agosto all’altezza dell’area di servizio Somaglia, nel lodigiano. Sono stati tutti denunciati per rissa, lesioni, danneggiamento, porto e lancio di oggetti atti ad offendere. Per gli atalantini è scattato il daspo: di un anno per dodici tifosi, di cinque anni per quattro recidivi, l’ultrà Gigi il Rosso-Gian Luigi Pressiani, e tre volti noti della Curva Nord.

Il gip lodigiano non ha però convalidato ai quattro l’obbligo di firma che aveva stabilito il questore di Lodi poiché le condotte contestate non emergono dagli atti trasmessi dal pm per la richiesta di convalida: non vi sono le immagini che ne avrebbero consentito l’individuazione, non ci sono indizi né estremi di pericolosità. I precedenti daspo di cui erano tutti e quattro gravati infatti risalgono al passato o hanno portato ad archiviazione o assoluzione: in particolare, l’ultima diffida di Pressiani è datata 2013, e ora il suo legale Federico Pedersoli si riserva di impugnare il daspo in sede amministrativa.

Passando alle cose di campo, dalla ripresa degli allenamenti a Zingonia ieri pomeriggio sono arrivate notizie importanti in vista del big match con la Lazio, domenica alle 18 alla New Balance Arena. Scalvini e Zalewski si sono riaggregati al gruppo, come da programma, ma la vera novità è rappresentata da Scamacca, anche lui sul terreno di gioco con il resto della squadra. L’attaccante si è allenato per intero con in compagni (son tornati dalle nazionali Pašalic, Sulemana, Krstovic), e non accadeva da fine agosto: dopo i tre infortuni in un anno si procede con cautela, anche perché il 22 ottobre c’è la sfida Champions con lo Slavia Praga. Anche Kossounou e Bellanova hanno accelerato i tempi e sono passati alla seduta sul campo, in forma individuale, e potrebbero recuperare per la Lazio. Infine, Kolasinac ha iniziato a lavorare con l’Under 23 dopo le sedute con la Primavera. Oggi è in programma un allenamento pomeridiano.

Non vi prenderà parte Josip Ilicic, anche se molti atalantini lo rivorrebbero in rosa, commossi dalle parole affidate a La Gazzetta dello Sport in un’intervista a cuore aperto. «Senza il Covid con l’Atalanta saremmo arrivati in finale di Champions — le parole dello sloveno —. Due anni fa ho incontrato Paratici a Londra e mi disse che avevamo l’attacco da scudetto,ci è mancato solo un trofeo». L’unico rimpianto del fantasista, 60 gol e 44 assist in 173 presenze, è la finale di Coppa Italia del 2019, «la peggiore della mia carriera, non ho mai visto Percassi così incazzato (per il tocco di mani di Bastos impunito, ndr)».

Ilicic condivide anche la rabbia per le maldicenze sulla moglie mentre lui lottava con la depressione: «Non sapevo se sarei tornato a giocare, quando sei chiuso in casa inizi a pensare, sono stato 42 giorni senza la mia famiglia, ho sofferto. I soldi, i contratti, non mi importava più di nulla, non stavo bene. E le voci su un presunto tradimento di mia moglie, niente di più falso, mi addoloravano». Infine, un paio di retroscena di mercato: «Arrivai all’Atalanta che avevo chiuso con la Samp, ma il giorno prima delle visite mi telefonò Gasperini. Qualche anno dopo era fatta col Napoli, parlai con Ancelotti ma Percassi bloccò tutto. Mi chiamarono anche Milan e Bologna, ma ho lasciato l’Atalanta solo per colpa dei tendini».


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15 ottobre 2025

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