Home / Politica / Bologna, l’ex sindaco Merola: «Se fare il tram è una colpa, datela a me. Delusioni? Le aree dismesse bloccate». Sul People Mover botta e risposta con Finzi

Bologna, l’ex sindaco Merola: «Se fare il tram è una colpa, datela a me. Delusioni? Le aree dismesse bloccate». Sul People Mover botta e risposta con Finzi

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«Le aree dismesse sono state la mia grande delusione. Ce l’ho messa tutta, prima da assessore all’Urbanistica e poi da sindaco, abbiamo fatto tanti accordi con Invimit e il Demanio, ma non si sono mai sbloccate». 

Non sono bastati dieci anni di mandato a Virginio Merola per sciogliere il nodo della riqualificazione delle ex aree militari e ferroviarie della città. Ed è questa, confessa l’ex sindaco di Bologna ospite del Circolo Marco Biagi, la grande incompiuta della sua vita precedente da amministratore. Un’incompiuta che oggi rischia di restare tale anche per il suo successore Matteo Lepore, viste i limiti di azione che ancora pesano su Palazzo d’Accursio.

Il bilancio dell’ex sindaco Merola: dieci anni alla guida di Bologna

«Non si tratta di mettere in discussione il rapporto con i privati», dice Merola dopo settimane in cui l’inchiesta sull’urbanistica di Milano ha reso il tema un campo minato. «Il punto — insiste l’ex sindaco e oggi deputato dem — è che dobbiamo tornare a pensare in termini di patrimonio pubblico».

Se i Comuni non hanno la proprietà delle aree da sbloccare «puoi avere i tecnici migliori del mondo, ma stiamo comunque parlando di niente». Nella sede di Confindustria Emilia, ad ascoltare l’ex primo cittadino degli anni Dieci (2011-2021), ci sono pezzi della macchina amministrativa che lo accompagnò a Palazzo d’Accursio: lo storico Direttore generale Giacomo Capuzzimati, l’ex vicesindaca Silvia Giannini, l’inseparabile Giuliano Barigazzi, l’assessora regionale alla Mobilità Irene Priolo che lavorò con Merola nel secondo mandato. Fu allora che l’ex sindaco prese una delle decisioni più dirompenti: l’addio al progetto del Passante Nord.

Il tram, il Passante e il People Mover: orgoglio e rivendicazioni

«Dopo vent’anni che se ne discuteva decisi in solitudine di non cementificare ettari di campi e concentrarci sull’attuale sistema di tangenziale e autostrada», rivendica Merola, che mette in guardia chi oggi (Priolo inclusa) a dieci anni da quella svolta deve ancora sciogliere i nodi romani che hanno congelato il progetto dell’allargamento in sede di tangenziale e autostrada. «Allora i soldi c’erano, oggi no. E questa idea del governo di ragionare “per lotti” deve essere monitorata…», pena il rischio di trovarsi con un’opera doppiamente dimezzata rispetto a quanto promesso negli ultimi anni.

Ma per un’infrastruttura ancora tutta virtuale, per così dire, ce ne sono altre ormai reali. O che, quantomeno, lo stanno diventando. Come il tram, lasciato in eredità da Merola al suo delfino Lepore, oggi alle prese con decine di cantieri in simultanea e il conseguente malumore (è un eufemismo) in città.

Il botta e risposta con Rita Finzi 

«La “colpa” del tram è mia, l’ho portato a casa e rivendico quella scelta. Credo che Matteo sapesse bene quello che lo aspettava. E ai bolognesi — aggiunge l’ex sindaco — voglio dire che siamo in orario, a gennaio del 2027 si vedrà il primo tram. Quindi, anche se vi farà arrabbiare, dico che il cantiere chiude la strada, ma apre la via». E poi c’è il People mover, che dopo anni di polemiche e battaglie legali «oggi in qualche modo funziona e il traffico è andato al di là delle previsioni».

La monorotaia stazione-aeroporto però «ha bisogno di manutenzione programmata ed è un mezzo con dei limiti», riconosce Merola, a cui l’ex presidente di Marconi Express, Rita Finzi, imputa dalla platea un’ingiusta «diffidenza» verso la società privata che realizzò l’opera in Project financing. «Ricordo che non sei venuto all’inaugurazione», gli rinfaccia Finzi. 

«Solo perché era la seconda o terza volta che la annunciavate e mi ero un po’ stufato di farmi fotografare a bordo», la risposta tagliente di Merola, che cede all’emozione quando rivendica di aver istituito la medaglia al merito civico dedicata all’ex sindaco civico Giorgio Guazzaloca. O quando gli chiedono qual è stato il suo dolore più grande quando era primo cittadino: «Dover convincere mia madre che non ero un ubriacone».


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14 ottobre 2025

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