
Chi lo sa se l’idea di BergamoScienza d’invitare Fred Hersch ad aprire il calendario dei suoi appuntamenti musicali ha direttamente a che vedere con il sottotitolo della rassegna di quest’anno: Dai quanti alla vita.
Di certo, scelta più appropriata non si sarebbe potuta compiere, dal momento che il pianista di Cincinnati è maestro assoluto in quelle pratiche della scrittura e dell’improvvisazione che nutrono un’arte distillatissima; un’arte, preziosa ed esigente, che sembra nascere da particelle sonore elementari generanti, a propria volta, campi di forza espressiva vertiginosi.
Fred Hersch sarà a Bergamo venerdì 17 ottobre (Basilica di Santa Maria Maggiore, ore 21) e quattro giorni dopo compirà settant’anni. Una vita guidata, sin dagli esordi, dai due elementi che nella sua recente autobiografia — Good things happen slowly — definisce essenziali per la creazione artistica: la magia della spontaneità e il rischio del pericolo. Malgrado l’incisione in trio di quest’anno, in Città Alta il pianista presenterà lo straordinario lavoro solitario Silent, Listening. Undici brani che affiancano composizioni originali e standard di Alec Wilder, Sigmund Romberg, Billy Strayhorn e Duke Ellington, registrati nel 2023 live-on-stage, all’auditorium della Radio della Svizzera Italiana di Lugano, sotto l’inconfondibile supervisione di Manfred Eicher. Come sempre, Alessandro Bettonagli, direttore artistico di Contaminazioni contemporanee, cartellone concertistico di BergamoScienza, si è avvalso per la programmazione della partnership con l’etichetta Ecm.
Alla scuderia discografica di Monaco di Baviera appartengono anche gli altri due artisti della rassegna, ospitati sempre in Santa Maria Maggiore, a cominciare, sabato 18, dal Gurdjieff Ensemble. Fondato e diretto del 2008 dal libanese Levon Eskenian, il gruppo armeno riunisce duduk, tombak, santour, oud e altri strumenti ad ancia, percussione e corda della tradizione mediorientale. La formazione reinterpreta le partiture — in origine concepite per pianoforte e qui arrangiate in chiave orchestrale — che il compositore Georges I. Gurdjieff dettava al compositore e sodale Thomas de Hartmann.
Personalità quasi fiabesca, filosofo, scrittore, mistico e maestro di danze, oltre che musicista, Gurdjieff, nato al confine tra Russia e Turchia nel 1872 da padre greco e madre armena, allo scoppio della rivoluzione russa di stabilì a Fontainebleau, fondando nella sua casa di campagna l’Istituto per lo sviluppo armonico dell’uomo, dove strutturò e codificò la pratica di creazione e trasmissione dei suoi esercizi artistico-spirituali.
La sua produzione artistica comprende trecento composizioni musicali e altrettante danze, la sceneggiatura di un balletto e tre libri. In chiusura, domenica 19, la quarantacinquenne chitarrista magiara Zsófia Boros. Fino all’ultimo respiro è il nome dato alla performance, che traduce quasi letteralmente il titolo del suo terzo disco per Ecm, El último aliento, dedicato alle musiche di Mathias Duplessy.
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14 ottobre 2025
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