
Ogni maledetto martedì un centinaio di ciclisti di tutto il mondo si alza dal letto con un groppo in gola: martedì è il giorno in cui l’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) aggiorna il suo ranking, la graduatoria a punti dei team di tutto il pianeta. Nell’ultima settimana di gare della stagione (si chiude domenica a Bassano del Grappa con la Veneto Classic) cento corridori in equilibrio precario di contratto stanno cercando di interpretare il loro futuro: ascesa (per pochi) nel Paradiso delle World Tour, permanenza nel Purgatorio delle ProTour o discesa all’Inferno istituito dal nuovo Regolamento Uci. Qui, in una volata per la salvezza senza esclusione di colpi, provano a non precipitare le tre ProTour italiane ancora in vita: la Polti Visit Malta di Ivan Basso, la Vf Bardiani della famiglia Reverberi e la toscana Solution Tech gestita dall’ex corridore Serge Parsani.
La nuova normativa Uci e la lotta salvezza
In vigore dal 1° gennaio 2026, la normativa Uci è spietata: chi non rientra nelle prime trenta del Ranking verrà collocato in un nuovo girone perdendo la possibilità di invito alle grandi corse (anche quelle che si svolgono nel proprio Paese) e finendo di fatto nel semi dilettantismo. Nell’ultimo aggiornamento ufficiale la Polti è 27ª e vicinissima alla salvezza, Bardiani e Solution Tech sono 30ª e 31ª a un’incollatura l’una dall’altra, incalzate da team malesi e thailandesi. Oggi l’aggiornamento Uci dovrebbe far avanzare di un posto la Bardiani (e lasciare Solution Tech in zona retrocessione), ma la lotta per la salvezza resta apertissima, feroce e tutta italiana.
L’anno modesto delle squadre italiane: i motivi
Dal punto di vista dei risultati, il 2025 delle squadre azzurre è stato modestissimo. È crudele dire che i 7.401 punti collezionati dai 75 corridori dei tre team sono due terzi di quelli che ha raccolto da solo Tadej Pogacar (la sua Uae è invitata di diritto a tutte le corse), ma non si può negare che gli obiettivi minimi — una vittoria o un podio di prestigio — sono stati falliti. Pur sostenuta da nuovi sponsor e con Basso attivissimo a spronare i suoi ragazzi, Polti ha rimediato solo due titoli nazionali maltesi, tappe in Cina e Turchia e come miglior risultato il 14° posto al Giro d’Italia di Davide Piganzoli che nel 2026 passerà alla Visma di Roglic. La vecchia Bardiani ha vinto quattro corse a dir poco minori, la Solution Tech si è distinta (eufemismo) sull’Himalaya, in Giappone e in Serbia.
Le ragioni della crisi vanno ricercate oltre la modestia di budget inferiori ai 5 milioni di euro (i team World Tour vanno da 12 a 60), nella struttura familiare fossile di management che non riescono a convincere grandi sponsor e ad accedere a un mercato di atleti ormai globale. Ma per le riflessioni c’è tempo, ora è urgente salvarsi. La Solution Tech, inguaiatissima, ha scelto la via dell’Oriente e all’esotico Tour de Kyushu che si è chiuso ieri nell’isola più meridionale del Giappone (venti ore di viaggio dall’Italia) ha rimediato 120 punti preziosi con l’ucraino Tsarenko che quest’anno da solo ha realizzato un quarto del totale del team.
Da oggi la Polti proverà a chiudere il discorso salvezza nelle cinque tappe di un Giro d’Olanda meno esotico ma con forte concorrenza per la presenza di velocisti come Merlier, Kooj, Van Poppel, in sei tappe dove per rimediare un punto bisogna arrivare nei primi otto. Mercoledì al Giro del Veneto la sfida tra le tre squadre sarà diretta. Vincere a Verona (con Del Toro, Hirschi, Wellens) significa fare bingo (125 punti) ma gli avversari sono forti e già i 40 punti di un sesto posto (quello di Mattia Bais della Polti nel 2024) sarebbero un traguardo.
Discorso analogo per la Veneto Classic di domenica prossima a Bassano del Grappa: punti pesanti (in palio fino al 40° posto, giusto lottare anche per arrivare «esimi» in volata per non aver rimpianti) e avversari di categoria superiore. Per non lasciare nulla di intentato, la Solution Tech da venerdì a domenica spedirà sei dei suoi uomini a lottare con dilettanti algerini, indonesiani e bosniaci nelle tre tappe del Giro della Serbia: una vittoria vale la miseria di sette punti ma di questi tempi non ci sono alternative.
Ripensare al passato fa solo male. Al Lombardia da vent’anni parteciparono nove squadre tricolori e 65 corridori italiani, in quello dominato da Pogacar domenica scorsa gli azzurri erano ancora numerosi (42) ma Polti e Bardiani presenziavano solo grazie a wild card che nella prossima stagione sono subordinate al 30° posto del ranking. Si salvi chi può.
14 ottobre 2025
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