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Fico «ricevuto» dai De Luca. Un’ora a discutere di continuità ma al momento è solo tregua

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Poi basta leggere con attenzione le due note per rendersi conto che l’incontro sarà pure stato «cordiale» tra Vincenzo De Luca e Roberto Fico, ma le loro posizioni non collimano ancora (e forse non lo faranno mai). 
Uno dà per assodata la «continuità di azione amministrativa», l’altro parla genericamente «di tenere conto dei risultati raggiunti in questi anni». Ma tant’è. L’auspicato (da Giuseppe Conte a Clemente Mastella) faccia a faccia tra presidente uscente e candidato del campo progressista c’è stato. Con loro, nella stanza presidenziale del terzo piano di Palazzo Santa Lucia, il segretario regionale del Pd, Piero De Luca, artefice di questo primo passo.

Che si tratti di pace, disgelo, tregua armata si capirà solo nei prossimi giorni. Se De Luca continuerà a cannoneggiare (l’ultima volta sabato scorso: «Se appoggerò Roberto Fico? Appoggio il centrosinistra e spiegherò a tutti, a cominciare da Fico, che il tempo della demagogia e delle scemenze è finito») vorrà dire che i due proprio non sono politicamente compatibili.
Se Fico rinuncerà alla sua battaglia sulle liste (non vuole il nome di De Luca sulla civica A Testa Alta) e sul codice etico, vorrà dire che il governatore è uno dei vincitori di questa tornata elettorale a prescindere da come andrà.

Se in realtà, in quell’ora e mezza di colloquio, sono volati stracci lo sanno solo loro. Da quel che trapela pare che a parlare principalmente sia stato il presidente uscente. Che ha magnificato «il miracolo» di questi dieci anni, lo «straordinario lavoro» e i «grandi risultati» ottenuti nel campo della sanità, dell’ambiente, del welfare. Pare che i due non abbiano proprio intavolato gli scomodissimi argomenti che avrebbero fatto saltare il banco subito. A partire dal Reddito di cittadinanza regionale (o misura similare) annunciato da Fico e derubricato da De Luca come misura «demagogica». O dal Faro, mastodontica opera da 400 milioni di euro che dovrebbe ospitare la nuova sede della Regione Campania, che eufemisticamente non piace troppo all’ex presidente della Camera. E la lista potrebbe continuare. 

Le note ufficiali, dicevamo, convergono solo sulla cordialità. Quella di Fico recita: «È stato condiviso l’obiettivo comune di tenere conto dei risultati raggiunti in questi anni e garantire alla Campania un’amministrazione futura stabile che metta al centro le priorità dei cittadini attraverso la proposta politica del campo progressista, alternativa alla destra, che è l’avversario contro cui orientare le energie». Quella di De Luca parla di un «approfondimento sul programma» con l’obiettivo di «dare continuità all’azione amministrativa e per indicare i tempi programmatici in grado di parlare alla povera gente, ai lavoratori, alle forze moderate e alle forze imprenditoriali». 
Un programma, aggiungono gli uomini del governatore, «che sia attento in particolare alle politiche per il lavoro e alle famiglie in condizioni più disagiate». Alla fine si sono riaggiornati. Probabilmente torneranno a incontrarsi, ma nulla è scontato. 

Ovviamente sull’incontro è subito saltato il centrodestra. Con il senatore FdI Antonio Iannone che parla di un «patto della poltrona che salda l’assistenzialismo dei 5 Stelle con il clientelismo del Pd. Con Cirielli la Campania dello sviluppo e del lavoro per cambiare pagina».
Quanto a Fico ieri ha lanciato sui social la sua lista. Nel logo della civica il suo nome: «Roberto Fico presidente». «Ne faranno parte esponenti della società civile – spiega il candidato – attivisti, imprenditori, insegnanti, educatori, amministratori. Tutte persone che già si spendono per il proprio territorio da anni e che vogliono dare un contributo alla nostra coalizione». Sarà presente in tutte e cinque le province campane: «Nuove energie competenze, idee al servizio del nostro progetto per la Campania del futuro. Nei prossimi giorni la presentazione a Napoli».


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14 ottobre 2025

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