Home / Cinema e TV / Ozzy Osbourne, in un doc l’ultimo abbraccio del suo pubblico

Ozzy Osbourne, in un doc l’ultimo abbraccio del suo pubblico

//?#

Difficile definire con un aggettivo questo documentario su Ozzy Osbourne. Commovente? Non si addice al personaggio. Angoscioso? Nemmeno. Sicuramente coinvolgente. Ozzy Osbourne si è spento all’età di 76 anni. Voce inconfondibile dei Black Sabbath e figura leggendaria dell’heavy metal, era conosciuto in tutto il mondo come il «Principe delle Tenebre».

«Il problema è riuscire ad arrivare in Inghilterra», dice con voce roca alla moglie Sharon col volto rigato dalle lacrime. «È devastante. Devo esserci. Devo esserci. Non ci sono alternative. Devo esserci. Sono malato da… questo è il settimo caz… di anno. Più vado avanti con questa cosa e più peggiora. Sto diventando paralitico. Non riesco a camminare. Non riesco a piegarmi… Se non riesco ad andarci sarò incazzato il doppio. Malattia del caz..!».

È una scena catturata dalla troupe della regista Tania Alexander, che per il documentario di Paramount+ Ozzy: No Escape From Now ha seguito Osbourne e famiglia dal 2021 fino a «Back to the Beginning», il concerto d’addio.

Nel doc ci sono due momenti particolarmente intensi, anche per chi non ama o non conosce la musica heavy metal. Il primo è quando Ozzy, seduto su una carrozzina, non ha più la forza di cantare durante la cerimonia di ingresso alla Rock and Roll Hall of Fame del 2024 e così al posto suo si esibisce un supergruppo formato da Billy Idol, Wolfgang Van Halen, Chad Smith, Steve Stevens, Jelly Roll, Robert Trujillo, Maynard James Keenan e Zakk Wylde.

Il secondo è l’incredibile spettacolo d’addio che si è tenuto lo scorso 5 luglio a Birmingham: fuochi d’artificio sopra il Villa Park Stadium, dove gioca l’Aston Villa, la squadra del cuore. E più di 40mila persone con gli occhi lucidi. Lacrime e applausi, l’insospettabile «cuore morbido» del metal.

La voce di Ozzy Osbourne che si spezza su «Paranoid», cantata con tutto il fiato che gli è rimasto. L’ultima. Davvero. Dopo più di 50 anni, i Black Sabbath salutano la loro città e il loro leader.

Quello che più colpisce è la forte volontà di uomo di contrastare infortuni e malattie che sbarrano il suo cammino per tornare, almeno per l’ultima volta, a ricevere l’abbraccio del suo pubblico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

10 ottobre 2025

10 ottobre 2025

Fonte Originale