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Il mondo è strano e conferma teorie che sembravano strampalate

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Ancora una volta, la Natura ci sorprende, ma non per dirci che le nostre teorie scientifiche sono sbagliate. Al contrario: per dirci che sono giuste perfino al di là di quanto ci sembrasse ragionevole potessero esserlo. Le equazioni della meccanica quantistica, scritte cento anni fa, che studiavo sui banchi tarlati dell’università di Bologna, prevedevano ogni sorta di diavolerie. Pochi ritenevano queste predizioni credibili, e per decenni diversi scienziati hanno continuato a chiedersi come andassero corrette, perché il mondo non poteva essere così bizzarro come indicava la teoria dei quanti. Invece per decenni la natura non ha fatto altro che continuare a ripeterci che no: il mondo è davvero proprio così bizzarro.

Il Nobel a John Clarke, Michel Devoret e John Martinis è un ennesimo passo in questa direzione. Il mondo è strano come lo descrive la teoria dei quanti, non solo alla scala atomica, non solo per elettroni atomi e molecole, ma anche, a ben guardare, per oggetti macroscopici. Perfino alla scala, come scrive la fondazione Nobel, «di oggetti abbastanza grandi che possiamo prenderli in mano». Fenomeni prettamente quantistici come avere una probabilità di attraversare barriere altrimenti impenetrabili, oppure la caratteristica «granularità» dell’energia, il fatto cioè che l’energia prenda solo certi valori e non altri, come se esistesse in «pacchetti» (o «quanti», appunto, come li ha chiamati Einstein), si manifestano anche a queste scale. La vera sorpresa è che le cose accadono precisamente come dicono i nostri vecchi libri di fisica.

Lo stesso è successo, negli ultimi decenni, per le teorie di Einstein, che sono di più di un secolo fa, e per il «Modello Standard» della fisica delle particelle elementari, che data ormai di mezzo secolo. I teorici hanno perso decenni a studiare teorie «al di là» della teoria quantistica, oppure «al di là» della teoria di Einstein o «al di là» del Modello Standard. Ma la Natura ha continuato a ripeterci: neanche per idea. Il mondo, per ora, appare essere esattamente quello che studiavamo sui banchi universitari da ragazzi. La vera sorpresa è che quelle strampalate teorie, che sembravano così stravaganti, non fanno, per ora, che descrivere la realtà, alla perfezione.

Credo che sia tempo di smettere di pensare a queste teorie come stranezze, e di renderci conto che il mondo che descrivono è più vicino alla realtà che non le nostre intuizioni basate sulla nostra limitata esperienza quotidiana. La rilevanza, non solo tecnologica, ma soprattutto concettuale, della rivoluzione scientifica del XX secolo, penso vada presa sul serio dall’intera cultura. Ma un po’ come accadde per la rivoluzione copernicana del Rinascimento, che ci ha insegnato che la terra gira, ci vuole tempo prima di assorbire profonde novità concettuali, e prima di smettere di stupirci ogni volta che la Natura ci dice «si, è proprio così».

7 ottobre 2025

7 ottobre 2025

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