
Parte con tante novità la seconda edizione del Premio Milo, il concorso letterario e culturale creato da Ente nazionale protezione animali (Enpa), Costanza Rizzacasa d’Orsogna e Corriere Animali e ispirato al gattino diversamente abile protagonista della rubrica «Io e Milo» sul Corriere e delle favole bestseller della trilogia Storia di Milo, pubblicate da Guanda tra il 2018 e il 2023.
Dopo il successo della prima edizione – patrocinata dall’assessorato all’Agricoltura e all’ambiente di Roma Capitale e vinta dall’elaborato di una giovane studentessa di Roma, Aurora Cocozza, premiata in Campidoglio il 7 maggio scorso e il cui racconto, «Ivar, il gatto che balla con la mente», è stato poi pubblicato sul Corriere.it – il tema di quest’anno sarà la bellezza, e l’importanza, della diversità. Grandi o piccoli, alti o bassi, grassi o magri, con cinque dita per mano o zampetta oppure sei, andiamo comunque bene. Siamo comunque perfetti. Di più: siamo bellissimi. Proprio come Milo, che pur non sapendo saltare era un fotomonello richiestissimo. Negli anni, i suoi grandi occhi gialli, la sua simpatia e la sua determinazione hanno conquistato i cuori di decine di migliaia di lettori, dall’Italia all’Europa, fino all’Asia. Quest’anno, per la prima volta, il Premio Milo viene patrocinato anche dall’Istituto Italiano di Cultura di Bangkok, in quella Thailandia con cui le favole di Milo hanno da sempre un rapporto speciale.
Gli elaborati, ciascuno di massimo tre cartelle (5.400 caratteri), dovranno essere inviati entro il 17 febbraio 2026, giorno in cui si celebra la Festa del Gatto, all’indirizzo email premiomilo@enpa.org. Tra tutti i testi pervenuti ne verranno selezionati tre. L’elaborato primo classificato sarà pubblicato anche questa volta sul Corriere.it.
Quest’anno, poi, il Premio Milo si allarga a una nuova sezione video. I mini-film, della durata di non oltre 3 minuti, dovranno essere ben raccontati e montati, con una voce narrante ed eventuali dialoghi e immagini. Anche il filmato vincitore sarà pubblicato su Corriere.it.
I primi tre classificati di ciascuna sezione riceveranno inoltre copie della trilogia di Storia di Milo, gentilmente offerte dall’editore Guanda. Al concorso possono partecipare tutti, adulti e bambini. Protagonisti delle storie possono essere animali di qualsiasi specie, non solo gatti.
Milo, gattino nero «traballino» nato con la sindrome neurologica dell’ipoplasia cerebellare, è morto il 22 marzo del 2024, dopo una breve malattia. Nei suoi quasi undici anni di vita ha viaggiato in tutta Italia e all’estero con la sua mamma umana Costanza, portando ovunque un messaggio di empatia. Non riuscire a correre né a saltare non lo ha mai fermato: Milo ha fatto trekking sulle Dolomiti e il bagno al mare nel Mediterraneo.
Il tema della diversità è centrale nella trilogia Storia di Milo di Costanza Rizzacasa d’Orsogna. Nel 2006, in una decisione contestata da moltissimi scienziati, l’Unione astronomica internazionale (IAU) ha declassato Plutone a «pianeta nano». Questo perché, pur orbitando attorno al Sole e avendo una forma quasi sferica come altri pianeti, Plutone non soddisfaceva il criterio di «dominanza orbitale» stabilito dall’Unione, cioè non domina la propria orbita ma la condivide con altri corpi celesti di dimensioni comparabili. Non è, cioè, Plutone, abbastanza grande da consentire alla propria gravità di eliminare qualsiasi oggetto di dimensioni simili dalla propria orbita. L’episodio fa da sfondo al terzo libro della serie, Storia di Milo, il gatto che salvò Plutone (Guanda 2023) ed è l’ispirazione della copertina del Premio Milo 2025-2026.
Riproduciamo qui di seguito un passaggio del libro «Storia di Milo, il gatto che salvò Plutone», in cui emerge il concetto di normalità della diversità che vuole essere di ispirazione non solo per i racconti, ma anche per le nostre vite di tutti i giorni. In un’epoca che torna ad essere segnata dalle contrapposizioni, dalle differenze e, spesso, dalle discriminazioni, le storie di Milo sono di estrema attualità. Lo sguardo dei più piccoli, fosse anche quello di un micetto nero e traballante, a volte riesce a guardare più lontano e più nel profondo.
«Sai, Milo» gli disse l’astronauta Liu Míng Zhé, «declassare Plutone a pianeta nano, come ha fatto l’Unione astronomica internazionale alcuni anni fa, è stato miope e sbagliato. Vero, Plutone ha un diametro pari alla metà di Mercurio, il più piccolo tra i pianeti del nostro Sistema Solare, e non ha una delle caratteristiche distintive degli altri pianeti, ovvero la cosiddetta “dominanza orbitale”, cioè la capacità di ripulire le proprie vicinanze da altri oggetti che non siano i suoi satelliti, in quanto la sua massa è troppo piccola rispetto a quella di altri oggetti della sua zona d’orbita. Ma Plutone ha un vero cuore pulsante, ha la superficie più cangiante e particolare di tutti i pianeti che ruotano attorno al Sole. Insomma, non contano solo le dimensioni, la massa: si può e si deve essere diversi. Tutto il resto è omologazione».
Milo rifletteva, l’astronauta continuò: «In un certo senso, Plutone è un po’ come te, Milo. È nato piccolo, e non può fare tutto. Ma è un pianeta unico e speciale».
«Speciale…» ripeté il gattino. «È vero, sai? Anch’io sono speciale. La mia mamma umana me lo dice sempre».
«E ha ragione. Tu sei perfetto, Milo, così come sei. Solo perché ci metti un po’ di più ad arrivare, a fare le cose, non vuol dire che sei un errore. Quando arrivi è proprio quando dovevi arrivare. Come Plutone, capisci, dove un giorno, che è il tempo impiegato dal pianeta per completare una rotazione su se stesso, dura circa 153 ore, contro le nostre 24».
3 ottobre 2025 ( modifica il 3 ottobre 2025 | 13:57)
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