
Aumenta ancora l’imposta di soggiorno del Comune di Bolzano. E in Consiglio si accende lo scontro: le opposizioni protestano contro l’aumento indiscriminato che arricchisce grandi albergatori e Azienda di Soggiorno a discapito dei residenti, mentre il sindaco Claudio Corrarati prova a spegnere le polemiche: «La tariffa aumenta per uniformarci alle città vicine e dare un indirizzo chiaro: il turismo ha bisogno di una ricezione adeguata, qualificata e di qualità». Martedì sera, 23 settembre, il consiglio avrebbe dovuto solo ratificare la proposta della giunta che aveva votato un aumento progressivo dell’imposta ma in aula è spuntata una proposta della Volkspartei che prevedeva un aumento uguale per tutti. E tutta la maggioranza si è allineata alla Stella Alpina. «È scandaloso – commenta il capogruppo del Team K, Matthias Cologna — che dopo l’accordo unanime in capigruppo, la Svp ribalti la situazione in aula, sconfessando persino il sindaco. Così facendo, si penalizzano soprattutto le strutture più piccole, mentre gli hotel di lusso beneficiano di un aumento proporzionalmente minore. Altro che colpire Airbnb come sostengono: così si crea solo ulteriore iniquità». Anche il Pd alza i toni con Stefano Fattor che accusa la maggioranza di essere «supina alla Volkspartei».
L’aumento da gennaio 2026
Attualmente la tassa di soggiorno è di 3 euro per gli alberghi a 4-5 stelle, 2,5 euro per i tre stelle e tre stelle superior e due euro per tutti gli altri esercizi ricettivi. La proposta approvata in giunta e successivamente condivisa da tutti capigruppo, prevedeva un aumento progressivo e proporzionale del 40% — in linea con il principio di equità fiscale — è stata ribaltata e la maggioranza, su pressione della Svp, ha optato per un aumento uniforme di 0,90 euro per tutti gli esercizi turistici. Corrarati prova a gettare acqua sul fuoco e sementisce le divisioni interne: «Nessuna polemica all’interno della maggioranza: la proposta iniziale è stata in seguito discussa e si è portato a regime quanto deciso insieme. La maggioranza è coesa». L’aumento dell’imposta entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2026. «La delibera non penalizza, ma offre un’indicazione chiara verso un tipo di ricezione che prediligiamo all’interno della città: quello delle strutture ricettive e non dei b&b — continua Corrarati — mentre l’aumento è dovuto a un riallineamento rispetto ad altri comuni limitrofi, che hanno una tassa di soggiorno più alta».
L’emendamento respinto
Il Team K aveva inoltre presentato un emendamento per ridurre il trasferimento all’Azienda di Soggiorno di pari importo all’aumento dell’imposta, destinando quindi ai cittadini i fondi per finanziare servizi pubblici e contrastare l’overtourism. Anche questa proposta è stata respinta. «Stiamo organizzando un’audizione nelle prossime serate di consiliatura: un’occasione per discutere in maniera equilibrata del turismo nella nostra città. Gli stanziamenti all’Azienda di Soggiorno, invece, sono regolamentati. Occorre prestare attenzione a come viene ripartita la tassa di soggiorno: il Comune nota una disparità, ma la somma non può essere dirottata per creare servizi. Bisogna invece far sì che l’Azienda di Soggiorno organizzi e gestisca al meglio il flusso turistico», conclude Corrarati.
27 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA