
Gara pubblica o proroga? Questo è il dilemma che aleggia sulle centrali idroelettriche trentine, altoatesine e di tutta Italia. Da una parte ci sono l’Antitrust, che ha ribadito che le gare pubbliche sono lo strumento giuridicamente più corretto per affidare le nuove concessioni, e l’Unione europea che ha vincolato i fondi Pnrr italiani alla cessazione del regime delle proroghe. Dall’altra parte si schiera il settore idroelettrico che vuole la «quarta via», ovvero una proroga delle concessioni in cambio di un piano di investimenti. Ma nel bel mezzo di questa discussione, Alperia, la società elettrica altoatesina che gestisce 35 centrali idroelettriche nella provincia di Bolzano, si rivolge direttamente a Roma: «La partita sulle concessioni è completamente aperta — ha detto Luis Amort, Ceo di Alperia —. Noi seguiamo i segnali che arrivano dalla capitale. Un giorno si dice di sì, un altro di no. Tutto questo porta ad una fase di incertezza che blocca gli investimenti».
Qui Alto Adige: «Si rischia l’arrivo di aziende estere»
Alperia e tutti i principali gruppi energetici , come Dolomiti Energia, Enel ed Edison, sono in balia delle concessioni in scadenza e non riescono a capire perché da Roma non ci sia sensibilità riguardo questo tema. Anche perché in Europa ognuno amministra le centrali idroelettriche come preferisce: in Germania e Austria non si fanno le gare, così come in Norvegia, mentre in Francia e Spagna sono previsti interventi correttivi che consentono la rimodulazione delle concessioni a fronte di piani di investimento specifici. «Le centrali idroelettriche sono una struttura fondamentale e sono un sistema molto sensibile — ha detto Amort —. Il rischio non è che ci facciamo la battaglia fra noi società elettriche, ma che arrivino le grandi aziende estere». Il settore dell’oro bianco nel 2022 è stato catalogato dal governo come infrastruttura strategica sulla quale è possibile applicare il golden power (ovvero poteri speciali per salvaguardare gli assetti proprietari delle società operanti in settori d’interesse nazionale), ma sebbene questa opzione tuteli da «incursioni» straniere, non basta per rasserenare il comparto: «Il Golden Power rappresenta solo un’azione in ultima istanza del governo e comunque alla fine del processo già avviato per il meccanismo di assegnazione delle concessioni, comportando ulteriore complessità e incertezza nella continuità di esercizio delle grandi derivazioni idroelettriche», è scritto nel rapporto redatto dal The European House-Ambrosetti (Teha) ed Enel. In Alto Adige sono sette le centrali che vanno a scadenza quest’anno e Alperia crede che le centrali debbano restare in mani pubbliche: «I concessionari attuali sono gli unici che garantiscono la sicurezza e una certa stabilità della rete — ha detto Amort —. Ai privati interessa il bilancio come è normale che sia».
Qui Trentino: «Serve un soggetto pubblico»
Sul versante Trentino, riguardo al settore idroelettrico, lo scorso aprile è stata istituita una commissione d’inchiesta su Hydro Dolomiti Energia, il maggior gestore degli impianti nella provincia, con il compito di ricostruire la storia della società. Ma anche di guardare al futuro e approfondire quali strumenti societari usare, come l’azionariato diffuso, per favorire un uso dell’acqua a fini idroelettrici e, soprattutto per tutelare la comunità. «La politica si sta e si vuole attrezzare in termini di consapevolezza rispetto a questo tema che è molto complicato, anche per individuare le strategie future», ha detto il presidente della commissione, il consigliere dem Andrea de Bertolini. Il quale considera la posizione dell’Antitrust non pertinente con la questione: «Il tema è che l’acqua, compreso il suo uso ai fini di produzione d’energia, è un bene indispensabile per il futuro — ha detto de Bertolini —. E dato che la comunità deve essere il più possibile libera e deve poter vivere in condizioni di benessere, è pacifico che l’uso dell’acqua e l’acqua stessa devono rimanere quanto più possibile incardinate nel soggetto pubblico». E ha aggiunto: «Viceversa si rischiano di generare delle forme di condizionamenti che sarebbero nocivi per la qualità della vita dei territori».
27 settembre 2025 ( modifica il 27 settembre 2025 | 14:47)
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