Non è andata come sperava il governo ma secondo le previsioni delle ultime ore: l’ex Ilva non interessa agli operatori siderurgici (almeno nel suo complesso) ma solo a due fondi americani: allo scoccare dei termini per la presentazione delle offerte vincolanti, fissata per la mezzanotte del 26 settembre, su 10 offerte pervenute ai commissari straordinari solo due sono per l’intero complesso aziendale: quelle di Bedrock Industries e della cordata Flacks Group con Steel Business Europe.
Urso: «Altoforno sotto blocco giudiziario»
Prima ancora che venisse ufficializzato l’esito del secondo tentativo di vendita (dopo quello infruttuoso della scorsa primavera), il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva commentato il probabile esito a margine di un incontro in mattinata a Padova: «La situazione del sito è resa complessa dalle tante questioni giudiziarie che di fatto ne riducono la capacità produttiva e ne mettono in difficoltà anche le prospettive di rilancio e di investimento. Il secondo altoforno è ancora sotto blocco giudiziale in attesa che la magistratura inquirente faccia il proprio lavoro, ed io ho il rispetto per tutte le istituzioni, ma è indubbio che la capacità produttiva in questo momento è seriamente diminuita da questa situazione».
L’addio di Baku Steel e Jindal
Dopo il ritiro degli azeri di Baku Steel (che nella prima gara erano stati individuati come i soggetti con la proposta migliore) anche gli indiani di Jindal hanno disertato la seconda gara. Tanto gli azeri quanto gli indiani abbiano finito per privilegiare investimenti alternativi: Baku Steel ha ufficializzato il disimpegno nel momento in cui, per l’opposizione del Comune di Taranto e dei movimenti ambientalisti tarantini, si è rivelato impossibile portare a Taranto la nave rigassificatrice su cui l’Azerbaijan spingeva molto perché interessato al business del gas: così la società statale Socar, che affiancava Baku Steel, si è spostata sull’acquisizione di Ip e sulla sua rete di 4.500 distributori di carburante in Italia. Jindal, invece, ha presentato un’offerta in Germania per la divisione siderurgica di Thyssenkrupp che prevede il completamento del piano di decarbonizzazione nel sito di Duisburg con un investimento superiore ai due miliardi di euro.
Le offerte dei fondi
Le offerte per l’intero complesso aziendale sono state quindi due: quella di Bedrock che punterebbe a replicare quanto fatto negli anni scorsi con l’acquisizione della società siderurgica Stelco in Canada, poi rivenduta l’anno scorso agli americani di Cleveland Cliffs; e quella di Flacks Group in cordata con Steel Business Europe. In entrambi i casi si tratterebbe di offerte simboliche, al netto degli investimenti da effettuare.
Le offerte «spezzatino»
Le altre otto offerte sono invece soltanto per singoli asset, come evidenziato dalla nota diffusa dai commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria: Renexia (Gruppo Toto), Industrie Metalli Cardinale (IMC), Marcegaglia, Cordata Marcegaglia + Sideralba, CAR Srl, Cordata Marcegaglia + Profilmec + Eusider, Eusider e Trans Isole. A queste si aggiunge – si legge ancora nella nota – un’ulteriore offerta, presentata da un soggetto politico, che non corrisponde ai criteri della gara.
Sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio – hanno evidenziato i commissari – eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso.
I criteri di scelta
Quanto ai tempi per la scelta della migliore offerta, «i commissari straordinari si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, con particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti».
27 settembre 2025 ( modifica il 27 settembre 2025 | 13:39)
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