
«Non possiamo più aspettare, in fabbrica la tensione è alle stelle». Il segretario della Fim Cisl Riccardo Conte ha appena mandato in questura la comunicazione, firmata anche dai segretario di Fiom e Uilm Marco Bernardoni e Giuseppe Pelella, del tragitto della manifestazione del 7 ottobre a Bolzano. Il giorno in cui i metalmeccanici scenderanno in piazza per provare a salvare lo stabilimento della Valbruna in cui lavorano 600 operai. «Non possiamo più prenderci in giro, si sta cercando di mandare via un’azienda che ogni anno paga 25 milioni di tasse alle Provincia. Per questo scenderemo in piazza: chiediamo che sia garantito il futuro di tutta la zona industriale» aggiunge Conte che ribadisce le grandi perplessità sul bando di gara pubblicato dalla Provincia per la concessione dell’area. L’affitto chiesto è di 150 milioni per 50 anni ma considerando che non verrà pagato tutto in una tranche vanno aggiunti i tassi di interesse: dunque si potrebbe arrivare a circa 8 milioni all’anno. Una cifra molto alta per Valbruna che, come previsto dal bando, dovrà fare anche importanti investimenti per ridurre l’impatto acustico. Insomma, possibile che la famiglia Amenduni decida che il gioco non vale la candela.
Il bando e il futuro del sito bolzanino
Se il bando dovesse andare deserto sarebbero in molti a stappare una buona bottiglia di champagne. L’Svp non ha mai visto di buon occhio le industrie insediatesi sotto il fascismo e con i 19 ettari di Valbruna si potrebbero accontentare tante aziende che sono in lista d’attesa per un’area produttiva. E anche per chi vorrebbe realizzare i 1.500 alloggi del quartiere Ponte Roma. Un conto infatti è vendere case accanto ad una fonderia, un altro accanto a piccole aziende artigianali. I sindacati lo sanno e dunque, oltre a scendere in piazza a Bolzano hanno chiesto aiuto a Roma. Tanto più che la chiusura di Bolzano si ripercuoterebbe anche sullo stabilimento Valbruna di Vicenza visto che le due fabbriche si completano a vicenda. I segretari nazionali di Fim , Fiom e Uilm hanno dunque chiesto un’audizione al presidente della Commissione attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli: «Riteniamo che il bando di gara possa mettere a rischio la continuità produttiva. Lo stabilimento altoatesino è da considerarsi strategico in quanto attivo nella produzione di acciai speciali e superleghe per settori strategici civili e militari e fortemente integrato con il sito produttivo di Vicenza in cui operano complessivamente oltre 1.700 dipendenti ed altrettanti nell’indotto».
27 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA