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Elezioni Regionali nelle Marche, domani si vota: polemiche sul «sondaggio segreto» smentito

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ROMA – È un finale polemico e avvelenato, come d’altra parte è stata tutta la campagna elettorale, quello della corsa per la presidenza delle Marche, dove si voterà domani e lunedì per scegliere chi tra l’uscente Francesco Acquaroli, sostenuto dal centrodestra, e lo sfidante Matteo Ricci del centrosinistra unito debba essere il prossimo presidente di Regione. 

Le Marche, insieme alla Valle d’Aosta, sono la prima delle sette regioni al voto in autunno, e in teoria — alla vigilia — era considerata la più incerta nel risultato finale, tanto che si è ipotizzato che non siano stati ancora scelti i candidati di Veneto, Campania e Puglia (si voterà il 23 novembre) per aspettare il risultato, perché se FdI perdesse una regione che governa, potrebbe chiedere la candidatura di un proprio esponente in Veneto. Antonio Tajani, leader azzurro, nega decisamente: «Ma no, è che non abbiamo avuto tempo, ci vedremo presto per un vertice in cui si decideranno le candidature restanti», e si dice pressoché sicuro di riconfermare i presidenti sia nelle Marche sia in Calabria (si ricandida Occhiuto, di Forza Italia).

In ogni caso, la battaglia negli ultimi giorni si è concentrata soprattutto sui sondaggi, la cui diffusione pubblica è vietata nei 15 giorni prima del voto. Entrambi i candidati ieri hanno lanciato i propri messaggi: «Le Marche meritano di più, va aumentata la spesa per la sanità, il presidente uscente non ha fatto nessuna grande opera, serve un rilancio. La scelta è tra mediocrità e cambiamento», il discorso di Ricci, che è stato rallentato nella sua corsa da un’inchiesta che riguardava fatti accaduti quando era sindaco di Pesaro e che in questi giorni ha battuto molto anche sul tema di Gaza.
Acquaroli da parte sua rivendica il lavoro fatto: «Le Marche erano in crisi, ora la regione è in controtendenza» rispetto alle difficoltà ereditate in particolare sulla sanità, che «il centrosinistra ha smantellato», ma è anche in ripresa economica.

Ma quello che ha creato lo scontro finale è appunto il non detto: davvero, come sostiene Ricci, la distanza tra i candidati è molto ridotta e la partita giocabile, che ci sarà «un testa a testa fino alla fine»? Una convinzione che verrebbe anche da un sondaggio che il Pd avrebbe fatto girare, e che sarebbe stato effettuato dal 22 al 25 settembre dalla società Swg. Che però si chiama fuori e smentisce di aver fatto alcun tipo di ricerca, per chiunque.
Ecco allora l’indignazione di FdI che, come annunciato dal responsabile dell’organizzazione Giovanni Donzelli, presenta un esposto ad Agcom e Procura di Ancona per «un finto sondaggio realizzato sul voto per il rinnovo della Regione Marche e diffuso in questi giorni: saranno le autorità competenti a valutare questa condotta, avvenuta peraltro in un periodo vietato dalla legge, che a noi appare come una pericolosa diffusione di fake news». Donzelli fa anche nomi e cognomi: «Alcuni esponenti del Partito democratico, fra cui Alessia Morani, ne hanno fatto esplicito riferimento sui social network. A smentire la veridicità della rilevazione è stata oggi la stessa società Swg, a cui era stata attribuita. Evidentemente qualcuno, producendo una falsa carta intestata, ha inventato un sondaggio con l’intento di “spingere” Ricci. Numeri creati ad hoc per provare a trarne un beneficio: la rilevazione fasulla ha girato di chat in chat, prima tra politici e giornalisti, poi tra comuni cittadini». Insomma, sono «gli ultimi colpi di coda» di chi pensava di vincere ma sarà battuto, è la certezza del partito della premier.

Lunedì, dalle 15, si saprà chi ha ragione.

Grafico elezioni regionali marche

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27 settembre 2025

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