
La lunga battaglia legale tra il Consorzio di tutela del Prosecco DOC e l’azienda tedesca Manufaktur Jörg Geiger GmbH di Baden-Württemberg, in Germania, registra una vittoria per le bollicine trevigiane davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di Lussemburgo: il marchio tedesco “PriSecco” è stato annullato perché considerato fuorviante e in grado di confondere i consumatori.
Ma prima di raccontare questa storia, vanno fatte due premesse. La prima: la sentenza è ancora impugnabile, i tedeschi potrebbero ancora fare ricorso. La seconda: questa vicenda ribadisce il valore strategico e identitario della denominazione “Prosecco”, oggi uno dei prodotti simbolo dell’enologia italiana e dell’export agroalimentare. Un simbolo imitato in tutto il mondo e al centro di centinaia di tentativi di usarne il nome impropriamente, il lavoro legale per bloccare questa mareggiata è enorme.
La vicenda
Tutto nasce nel 2020, quando il Consorzio di tutela della Doc segnalò il rischio di confusione tra “Prosecco” e “PriSecco”, marchio usato da Geiger per commercializzare una bevanda analcolica frizzante ottenuta da mele, erbe e spezie fin dal 2010. Secondo i produttori italiani, l’uso della denominazione tedesca, troppo simile foneticamente e graficamente a “Prosecco”, rappresentava una violazione diretta della protezione comunitaria delle indicazioni geografiche.
La differenza era solo una lettera, la “i”, che però poteva essere percepita come un mero errore ortografico. Per il Consorzio, ciò rischiava di ingannare il consumatore medio, inducendolo a credere che “PriSecco” fosse una variante del Prosecco tradizionale, con potenziali ricadute negative sulla reputazione del marchio e sul mercato. Così, nel 2022 in primo grado sia nel 2024 in secondo grado la giustizia comunitaria aveva confermato le ragioni dei produttori italiani.
Nome troppo simile
Secondo i giudici, i due marchi sono “sufficientemente diversi” sul piano concettuale – essendo “PriSecco” riferito a un prodotto analcolico e “Prosecco” a un vino a denominazione – ma troppo simili dal punto di vista visivo e fonetico. La Corte ha rilevato che i consumatori medi difficilmente percepiscono la differenza della “i” inserita in “PriSecco”; le sette lettere su otto sono identiche, così come la struttura delle due parole ed infine che l’elemento distintivo principale resta “secco”, comune a entrambe le denominazioni.
Il verdetto ha un impatto significativo sul mercato. Il Prosecco DOC, che lo scorso anno ha immesso nel mercato 660 milioni di bottiglie, è oggi il vino italiano più venduto al mondo. «Proteggere il brand significa tutelare non solo i produttori veneti e friulani, ma l’intero comparto vitivinicolo nazionale», ripetono dal Consorzio che peraltro è abituato ad affrontare casi simili da anni. Tra quelli che hanno avuto più evidenza mediatica, quello del Prosek croato e il recente tentativo californiano di immettere nel mercato un prodotto simile al Prosecco. Ma la storia sarebbe lunga, e la celebre lattina di Paris Hilton che al tempo aveva scatenato battaglie epiche si ricorda ancora oggi.
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27 settembre 2025
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