
Giornata scoppiettante quella di ieri per la politica pugliese. Tutti i mirini sono stati puntati ma ciascuno verso obiettivi differenti: Fratelli d’Italia punta al governo Emiliano, il presidente uscente prepara un «lisc’e buss» ad Antonio Decaro mentre il candidato del centrosinistra macina chilometri attraversando la Puglia dalla punta al capo.
Con ordine. Sul piano istituzionale spicca l’altolà di FdI alla legge di stabilità regionale approvata dalla giunta, in procinto di andare in Aula.
Un documento «tecnico» di sei articoli che, però, per il principale partito del centrodestra è una «polpetta avvelenata». FdI, che per l’occasione ha schierato i parlamentari di Roma e Bruxelles al fianco dei consiglieri regionali, ha mandato un messaggio chiaro al centrosinistra: «Niente bilancio di previsione, niente consigliere supplente (al posto dell’assessore nominato) e niente nomine last minute nelle Asl e in Aqp». È possibile, sostiene FdI, solo ordinaria amministrazione giacché la legislatura è terminata il 21 settembre. L’unica mediazione possibile, hanno chiarito i consiglieri Perrini, De Leonardis, Pagliaro, Scatigna, Spina, Basile e Caroli è una legge snella per consentire l’esercizio provvisorio, quindi la spesa in dodicesimi. Niente di più. Men che meno saranno offerte stampelle per sostenere numeri ballerini, visto che per approvare la manovra economica servono 26 voti che difficilmente si riescono a mettere insieme. «Se Emiliano – riferiscono i consiglieri – pretende di far approvare il bilancio di previsione per legare le mani a chi gli succederà, non potrà contare sul nostro voto. Il bilancio 2026 dovrà essere approvato dal nuovo Consiglio regionale».
Che il clima sia già incandescente lo si comprende dall’affondo del senatore Filippo Melchiorre: «Con tre aziende municipalizzate baresi su quattro, commissariate dal governo per l’indagine Codice interno, al posto di Decaro mi sarei vergognato. La storia di Bari è alterata dagli arresti. Il centrodestra ne esce penalizzato». Gli europarlamentari Michele Picaro e Francesco Ventola paventano il rischio di incostituzionalità del bilancio se licenziato dal Consiglio perché, appunto, supererebbe i termini consentiti dalla legge.
A farsi trovare con la sciabola in mano è l’assessore al Bilancio Fabiano Amati: «Perché – si chiede – il centrodestra non si occupa del candidato presidente che non ha, anziché sabotare la regolarità degli atti della Regione?». La regolarità citata da Amati, fonderebbe le sue motivazioni, tra l’altro, nel parere favorevole espresso dal collegio dei revisori dei conti al bilancio di previsione. Il via libera dell’Aula sarebbe possibile perché gli equilibri finanziari risultano garantiti, i conti coerenti e la spesa per il personale entro i parametri di legge. Per Amati è opportuno «consegnare alla prossima amministrazione la possibilità di non avviare il nuovo percorso amministrativo con gravi handicap contabili. È la regola delle famiglie, ove non sono considerati buoni genitori quelli che, nell’attesa del figlio, accettano il rischio di mandare i conti in rovina».
Il governatore Michele Emiliano, intanto, ospite della trasmissione Tagadà di La7, si concede ancora qualche bordata diretta al candidato alla sua successione. «In Puglia abbiamo 40 punti di vantaggio nei sondaggi e li abbiamo anche per la personalità di Antonio. Ma, sondaggi alla mano, con lui abbiamo 6/7 punti in più, senza di lui avremmo vinto con 32/35 punti di vantaggio». Non è tutto. Alla domanda se sia fondata la voce che vuole Decaro intenzionato a proporsi come successore di Elly Schlein alla segreteria nazionale del Pd, Emiliano è netto: «Sarebbe terribile. Un tradimento molto pesante che io escludo perché Antonio mi ha assicurato che lui vuole fare il presidente della Regione per dieci anni, sennò non si dovrebbe candidare».
Emiliano si dice pronto a servire ancora la Puglia e l’Italia, nonostante sia stato escluso dalle liste per mano di Decaro. Poi ha aggiunto che il peggio è passato, «oggi la mia posizione è morbida, affettuosa e comprensiva».
Intanto Decaro si dice certo che Emiliano lo sosterrà «come ha sempre fatto». Ieri ha inaugurato sei comitati elettorali, uno per provincia. «Voglio prendermi cura di tutta la Puglia che è grandi città ma anche piccoli comuni», ha detto. Quanto al fatto che manchi un competitor nel centrodestra: «Non è una cosa che mi condiziona. Io ai cittadini racconto il mio programma».
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27 settembre 2025
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