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Mediobanca, i manager vanno a Siena a incontrare Lovaglio: Mps vuole accelerare il piano industriale

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La prossima sarà una settimana cruciale per il Monte dei Paschi. Il ceo Luigi Lovaglio e il presidente Nicola Maione lavorano per comporre la lista di maggioranza che andrà depositata il 3 ottobre e sarà votata all’assemblea di Piazzetta Cuccia il 28 ottobre. La governance futura di Mediobanca resta l’aspetto cruciale per poter impostare il lavoro futuro. Ma il Monte guarda avanti, verso l’integrazione tra i business delle due banche, punto cruciale del piano.

Martedì è infatti in calendario il cosiddetto kick off meeting, cioè la partenza ufficiale dei lavori, tra Mps e Mediobanca: a Siena le prime linee di Piazzetta Cuccia, dopo l’addio del ceo Alberto Nagel, per la prima volta in modo ufficiale incontreranno Lovaglio e i suoi manager. Il ceo di Mps ha fissato l’appuntamento per impostare il percorso, nella convinzione che il lavoro va fatto assieme, combinando le competenze delle due banche. La settimana successiva, la seconda riunione sarà invece in Piazzetta Cuccia a Milano. Il punto di partenza dei lavori sarà proprio quello di iniziare a parlare di business per i mettere a terra le sinergie e le potenzialità di crescita. Al centro, il private banking, la divisione Mediobanca Premier, il corporate e investment banking e il credito al consumo con Compass.

L’obiettivo di Mps

L’obiettivo del Monte è anche accelerare il piano industriale, cui Lovaglio lavora con McKinsey, che andrà presentato alla Bce entro sei mesi.
Tra gli scenari c’è poi la fusione tra le due banche, un’operazione non ancora definita ma che difficilmente potrà realizzarsi entro l’anno, visto che richiederà tempi tecnici lunghi con la convocazione delle assemblee e poi l’offerta agli azionisti di Mediobanca. Quanto alla governance il momento è delicato.

La lista per il nuovo board

La lista sul tavolo del board è lunga e include per la presidenza anche il nome di Vittorio Grilli, presidente Italia e capo del corporate e investment banking Emea di JP Morgan. Sono circolati i nomi dei maggiori banchieri in Italia: i vertici di Ubs Italia (Riccardo Mulone), quelli di Goldman Sachs (Francesco Pascuzzi, country head), i nomi di Giorgio Cocini, managing director di Pimco, di Roberto Parazzini (country manager in Italia di Deutsche Bank) e di Andrea Donzelli, al vertice di Jefferies nel Paese. Un elenco molto lungo, messo a punto con Korn Ferry. Secondo fonti finanziarie, Mauro Micillo sarebbe invece totalmente impegnato nel suo ruolo di guida di Imi Cib (Intesa Sanpaolo) e non sarebbe interessato ad altri incarichi. Il 29 settembre ci sarà poi il regolamento delle azioni consegnate all’Opas che coinciderà anche con la chiusura delle posizioni dei fondi ribassisti. Da quanto emerso sul fronte della politica di remunerazione, Nagel percepirà da Mediobanca circa 18 milioni fino al 2032, frutto della somma del compenso variabile differito degli ultimi cinque bilanci.

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