
Con la morte di Giorgio Armani e la pubblicazione del testamento si torna a parlare delle regole che disciplinano le ultime volontà. In Italia le forme di testamento più utilizzate sono due: il testamento pubblico e il testamento olografo. Il testamento pubblico è quello che viene redatto direttamente dal Notaio, con la presenza del testatore e di due testimoni. Il testamento olografo è la redazione delle proprie volontà scritte a mano dal testatore. Per essere valido basta che sia datato e firmato con nome e cognome.
Secondo la Guida 2024 degli Archivi Notarili, diffusa dal Ministero della Giustizia, il 78% degli italiani che redigono un testamento opta per la forma olografa. Questa forma è preferita perché non richiede l’intervento diretto del notaio e offre riservatezza nella redazione anche se il rischio collegato a distruzione, smarrimento, errori, falsificazioni o contestazioni sull’autenticità è maggiore. Se si guarda ai dati il testamento pubblico, redatto dal notaio alla presenza di testimoni, rappresenta oltre il 21% dei casi, mentre il testamento segreto viene adottato solo dallo 0,1% dei testatori.
Sul totale della popolazione i testamenti restano ancora pochi in termini di numeri. Secondo un vecchio studio Gf Eurisko, appena l’8% degli italiani dichiarava di aver già fatto testamento nel 2014. Per il Consiglio nazionale del Notariato il nostro Paese dimostra una scarsa propensione a scrivere le volontà testamentarie. La differenza è evidente con i paesi del Nord Europa e con il Regno Unito dove il 53% dei cittadini adulti ha fatto testamento. Mettendo le proprie volontà nero su bianco.
26 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
26 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA