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Buccellati, cent’anni di gioielleria a Roma e nuovi piani a Milano: la famiglia, i pezzi storici, il futuro

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«Cento anni di storia sono passati per questo ingresso in via Condotti a Roma», racconta a Life de L’Economia del Corriere Filippo Buccellati, figlio di Lorenzo e nipote di Federico Buccellati che nel negozio di gioielleria a un passo da Piazza di Spagna ha accolto dive e divine dal 1925, tutte conquistate dallo stile Buccellati immaginato dal bisnonno Mario che fondò l’azienda. 

Il Vate D’Annunzio nel 1936 ribattezzò Mario Buccellati, il fondatore, il «principe degli orafi». E dai principi ai re, la Royalty internazionale da oltre un secolo è tra i clienti della maison milanese, nata nel 1919. Negli anni Venti i gioielli Buccellati arrivarono alla corte di re Farouk in Egitto e poi in Spagna per la famiglia reale e ovviamente anche commissioni per Casa Savoia. Con tanti collezionisti negli anni, un nome fra tanti Imelda Marcos, e tanti collezionisti in Oriente e la testimonial Talita von Furstenberg, designer, imprenditrice, figlia dei principi Alexandra e Alexander von Furstenberg (nipote di Diane von Furstenberg), dopo Beatrice Borromeo. 

«Sono cresciuto fra questi gioielli e queste stanze romane: qui Federico che al tempo si occupava di Firenze e Roma decise di stabilirsi a Roma dove da sempre oltre alla clientela italiana di Buccellati abbiamo intercettato il turismo dal Medioriente come dall’Estremo oriente e poi tanti americani, grandi amici e collezionisti della Maison», continua Filippo che adesso per l’azienda di famiglia è inviato nel Middle East, «dove la maison ha già aperto due flagship a Dubai con altri di prossima apertura mentre abbiamo rivenditori in Qatar, Bahrein e Kuwait». 

«A proposito di Medioriente, tra i nostri più affezionati clienti che ha sempre acquistato nella nostra boutique di Place Vendome e ora in Rue Saint Honoré, c’è la sceicca Mozah – aggiunge Maria Cristina Buccellati che ha dato anche il nome ad alcuni dei gioielli iconici della Maison, i bracciali Macri: «Mio padre li battezzò con le iniziali del mio nome e ancora oggi sono tra i pezzi più amati dai nostri clienti che arrivano a Roma come nella boutique di Milano in via Montenapoleone: presto li accoglieremo anche in una nuova boutique a Firenze: negozi sempre contraddistinti dall’insegna nel barocchino, il lettering immaginato da Mario Buccellati che è diventato sinonimo di uno stile di intendere la gioielleria». 

«In tutto oggi sono 54 le boutique nel mondo da Milano a Venezia, Beverly Hills, Aspen o Pechino e Tokyo in Asia, con tre nuove importanti aperture in programma nel mondo per il 2026: in Tailandia, Cina e Corea, crediamo molto nell’Asia come nel nostro storico primo mercato internazionale gli Stati Uniti», dice il ceo Nicolas Luchsinger che arriva dall’esperienza di president Asia Pacific per Van Cleef and Arpels. «E gli Usa sono nella storia di questa maison perché Mario Buccellati negli anni ’50 è stato tra i primi brand italiani ad aprire negli Usa: il mercato resta molto forte, gli americani  hanno sempre avuto una grande passione per i gioielli dunque vediamo sempre, nonostante il clima di instabilità con i dazi, un grande potenziale». 

Poi c’è l’Italia, «l’Europa è il nostro storico mercato, e in Italia se a Milano da via Santa Margherita nel corso di più di un secolo ci siamo spostati in via Montenapoleone assecondando i movimenti della moda, a Roma siamo rimasti per cento anni sempre qui: nel cuore della Città Eterna – continua il ceo e anticipa che «dopo aver ampliato a Milano un anno fa con gli spazi anche al piano nobile sopra la boutique presto ci allargheremo ulteriormente estendendo la parte della boutique anche nel cortile del palazzo nobiliare su via Montenapoleone». 

Oggi la Maison fa parte di Richemont, ma la famiglia Buccellati è ancora presente in azienda con funzioni manageriali di primo livello. «Abbiamo una grande esperienza nei gioielli con Cartier, Van Cleef e abbiamo visto la grande potenzialità di Buccellati con ogni pezzo realizzato a mano in Italia e l’idea è di aiutare la famiglia a far crescere Buccellati ma al tempo stesso mantenere il brand nella dimensione di una niche. E non dobbiamo rilanciare Buccellati stiamo solo aiutando questo family business per portarlo verso il futuro: perché nessuno conosce meglio la storia e lo stile Buccellati della famiglia e sta muovendo i primi passi in azienda anche la figlia di Luca Buccellati, Carolina». 

Una dinastia, Buccellati, continuata negli anni da Gianmaria e Andrea, l’anima creativa della Maison di oggi fino a Lucrezia che affianca come co-creative director il padre. E completa l’impegno della famiglia: da Maria Cristina a Luca Buccellati. «Quanto al negozio di Roma, siamo stati fortunati a poter restare in questo stesso indirizzo per un secolo tondo, abbiamo solo rinfrescato gli ambienti – conclude il ceo -. Se i muri potessero parlare racconterebbero delle dive della Dolce Vita, di reali, e tante personalità internazionali di casa in questa boutique». 

In vetrina, nella magnifica vetrina su via Condotti, per il compleanno del secolo tondo di Buccellati sono arrivati pezzi dagli archivi di famiglia e pezzi storici: una tiara disegnata da Mario Buccellati nel 1925 con smeraldi e diamanti, la collana ombelicale in malachite commissionata dal baritono di Titta Ruffo per la sorella, una collana in cristalli di rocca commissionata da D’Annunzio per Eleonora Duse, borsine in seta e pietre preziose per la sera fino alle spille degli anni ’40 ispirate alla natura e le pochette da sera in oro giallo pensate proprio per le socialite americane degli anni ’40 fino ai gioielli degli anni’60 quando Gianmaria Buccellati inizia a prendere la guida della direzione creativa e immagina per esempio il collier con zaffiri e smeraldi per Jacques Couëlle, l’architetto che disegnò il mito della Costa Smeralda. 

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26 settembre 2025 ( modifica il 26 settembre 2025 | 15:42)

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