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Cos’è la Global Sumud Flotilla, chi partecipa e chi la finanzia?

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L’attivista brasiliano Thiago Ávila l’ha definita «la più grande missione umanitaria della storia». Di certo la Global Sumud Flotilla sta facendo parlare molto di sé. Ma chi sono e cosa vogliono gli attivisti che partecipano alla missione per  rompere il blocco imposto da Israele all’accesso via mare a Gaza per portare aiuti alla popolazione palestinese?

All’iniziativa aderiscono 44 delegazioni di altrettanti Paesi. Da Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e Danimarca. E ancora, per citarne alcuni: Thailandia, Malesia, Bangladesh, Sri Lanka, Turchia, Australia, Nuova Zelanda, Kuwait. Persone provenienti da background politici, religioni, ambienti di stampo del tutto diverso. 

La partenza

Il lento viaggio verso Gaza è iniziato il 31 agosto da Barcellona e Genova da dove sono partite ventotto imbarcazioni mentre a metà settembre da Siracusa sono partiti un’altra ventina di velieri. 

In tutto la spedizione conta su una cinquantina di piccole barche, che, essendo più agili e numerose, dovrebbero, secondo gli organizzatori, riuscire a forzare il blocco imposto da Israele.

L’equipaggio

A partecipare alla missione sono circa 500 persone. Sono presenti attivisti e politici noti come l’ambientalista Greta Thunberg, l’attore irlandese Liam Cunningham e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau

A guidare la flotta in partenza dall’Italia è Maria Elena Delia, portavoce italiana di Global Movement to Gaza. A bordo ci sono anche quattro politici: Arturo Scotto e Annalisa Corrado, europarlamentari democratici, Marco Croatti, senatore del Movimento Cinque Stelle e Benedetta Scuderi, parlamentare europea di Alleanza Verdi e Sinistra. 

L’iniziativa italiana ha ricevuto il sostegno di artisti, attori, storici, intellettuali tra cui Alessandro Gassman, Claudio Santamaria, i Subsonica, Laika, Elisa, Fiorella Mannoia, Alessandro Barbero, Zero Calcare e Assalti Frontali.

Da chi è formata

A costituire il nucleo portante della Global Sumud Flotilla sono quattro iniziative di sostegno alla popolazione gazawa. 

La Freedom Flotilla Coalition, che ha già tentato in due occasioni di raggiungere la Striscia di Gaza portando un carico simbolico di aiuti. 
Poi Global movement to Gaza, una iniziativa a sostegno dei palestinesi che in precedenza si era costituita sotto il nome di Global March su Gaza. 

E poi altre due forme di missioni umanitarie via nave di stampo islamico: Maghreb Sumud Flotilla, con base in Nord Africa, e Sumud Nusantara, che invece ha alle spalle organizzazioni con sede in Malaysia e in altri nove Paesi del continente: Filippine, Indonesia, Maldive, Bangladesh, Bhutan, Thailandia, Sri Lanka, Nepal e Pakistan. 

Ad accomunare queste realtà è il ricorso alla parola sumud, che in palestinese significa resilienza.

L’addestramento

Prima di imbarcarsi l’equipaggio ha partecipato a un addestramento intenso di due giorni in cui è stato reso edotto sul comportamento da adottare nel caso in cui i soldati israeliani ispezionino la barca

La prima regola è quella di evitare ogni contatto fisico e verbale, vietato opporre resistenza, lanciare oggetti, correre, saltare dalla barca in acqua

All’equipaggio è stato anche fornito un elenco di avvocati cui rivolgersi in caso di detenzione. Gli attivisti sono convinti di «essere dalla parte giusta della storia», come dice Greta. Tra gli slogan più in voga «Dal fiume al mare Palestina libera», duramente criticato perché praticamente implica la cancellazione di Israele.  Gli obiettivi condivisi sono quelli di forzare il blocco navale imposto da Israele nel gennaio del 2009 nelle acque antistanti la Striscia di Gaza e considerato «legittimo» nel 2011 da una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite che lo ha interpretato come misura bellica riconducibile a un conflitto internazionale. Una posizione che negli anni è stata fortemente contestata da esperti e organizzazioni.

Gli aiuti umanitari

La Global Sumud Flotilla trasporta diverse tonnellate di aiuti umanitari, anche se la presenza di tante piccole barche non permette il trasporto di ingenti quantità. 

Nel complesso le donazioni raccolte dall’Italia per la missione internazionale verso Gaza, secondo l’indicatore presente sul sito di Chuffed.org, la piattaforma di crowdfunding per progetti sociali selezionata dagli organizzatori, avevano superato quota 435mila euro al 25 settembre 2025. Sempre su Chuffed è presente anche una raccolta internazionale, che ha superato quota 3 milioni di euro. 

Entrambe le raccolte fondi sono gestite da Intersindical Alternativa de Catalunya, una confederazione di sindacati catalani che è tra i partecipanti alla missione della Global Sumud Flotilla.

Le accuse di legami con Hamas

Israele sostiene che la Flotilla non ha nulla di umanitario, è solo una iniziativa sostenuta da reti vicine a Hamas e ai Fratelli Musulmani. Secondo quanto riferito dall’ambasciata di Israele in Italia  figure di spicco dell’organizzazione sarebbero Saif Abu Kishk e Zaher Birawi, entrambi attivisti del Comitato per l’Attività Palestinese all’Estero (Pcpa), ritenuto affiliato ad Hamas. Abu Kishk, indicato come membro del movimento, gestirebbe la società Cyber Neptune, registrata in Spagna e proprietaria di diverse navi provenienti da Grecia, Italia e Spagna. Birawi, operativo da Londra e definito da Israele già nel 2012 come un importante attivista di Hamas in Europa, è considerato tra i fondatori della Freedom Flotilla Coalition. Birawi avrebbe inoltre avuto un ruolo nella flottiglia «Madleen», fermata dalle Forze di difesa israeliane (Idf) nell’estate 2025. 
Secondo le informazioni diffuse, le navi apparterrebbero quindi «in modo indiretto e astuto» ad Hamas. A bordo si troverebbero attivisti islamici provenienti dal Nord Africa e dall’Asia orientale. Tra questi, sostengono le stesse fonti, potrebbero esserci combattenti del gruppo Moro, organizzazione jihadista internazionale, con il rischio che la loro presenza sfoci in episodi di violenza. 

Il direttivo della Flotilla smentisce nettamente queste informazioni. «Sono tutte voci messe in giro da Israele senza nessuna prova – dice Tony La Piccirella, lo skipper barese già arrestato lo scorso luglio  quando era a bordo della nave Handala insieme a Greta Thunberg -. siamo solo un gruppo di attivisti che crede nella libertà, combatte il colonialismo e vuole una Palestina libera».

26 settembre 2025

26 settembre 2025

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