Home / Economia / Emilia-Romagna, l’efficientamento energetico è un miraggio: «Il 46% delle case è ancora nelle classi F e G, le peggiori»

Emilia-Romagna, l’efficientamento energetico è un miraggio: «Il 46% delle case è ancora nelle classi F e G, le peggiori»

//?#

Ridurre i consumi energetici degli uffici e delle case, fino ad arrivare ad abbattere completamente le emissioni, con edifici davvero sostenibili entro il 2050. È questo l’obiettivo che si è posta l’Unione europea approvando lo scorso anno la direttiva «Casa Green», che prevede anche, nell’arco di cinque anni, che tutti gli edifici raggiungano almeno la classe energetica E per arrivare a quota zero emissioni in 25 anni. Ma mentre l’Italia, «anche grazie agli interventi del Superbonus», ha già raggiunto una riduzione di «oltre il 9% rispetto al target del 16% previsto nel 2030», in Emilia-Romagna la strada dell’efficientamento energetico appare ancora molto in salita «con il 46% degli edifici residenziali» ancora fermi nel 2024 alle classi peggiori di tutte: la F e la G.

A fotografare la situazione di difficoltà diffusa in varie province della regione è un rapporto del Saie, la Fiera delle costruzioni organizzata in collaborazione con Ance e Federcostruzioni, che ha elaborato i dati Siape (Sistema informativo sugli attestati di prestazione). Ferrara e Ravenna sono in testa alla classifica delle performance peggiori: hanno, rispettivamente, più del 56 e del 50% di Ape, ovvero gli attestati di prestazione energetica di classi F e G. Ma a preoccupare, oltre al numero elevato di edifici ad alte emissioni, c’è anche la scarsità e la diminuzione degli Ape che, invece, appartengono alla classe energetica A. In Emilia-Romagna, infatti, questi ultimi sarebbero solo il 13% (considerando la somma di quelle che vanno dalla classe A4 alla A1), contro il 15% del 2023.

Entrando nello specifico il rapporto evidenzia tra l’altro come dal 2015, ovvero dall’anno di attivazione del sistema Siape, i certificati Ape richiesti in Emilia-Romagna sono diventati quasi 850 mila, con un aumento del 17% rispetto al 2023. È proprio dallo studio di questi dati, dunque, che è possibile farsi un’idea chiara di quali città vadano meglio di altre. Come la provincia di Rimini, che ha un numero di Ape di classe A che si attesta al 16%, e quella di Modena, che arriva a superare il 15% nella stessa categoria. Poco sotto si trova Bologna: degli oltre 33 mila Ape certificati sotto le Due Torri, le classi A sono infatti il 14%, contro le F e le G, che arrivano al 42%. Positiva, sul fronte degli edifici che producono basse emissioni, anche la situazione di Parma, Forlì-Cesena e Ravenna, tutte intorno al 13%, mentre i valori peggiorano progressivamente a Reggio Emilia, a Piacenza e Ferrara dove, con la punta più bassa della regione, si tocca il 9% per quanto riguarda la somma delle classi A.

Commentando i risultati dell’analisi, il direttore tecnico di Saie Michele Ottomanelli conferma che «l’investimento nell’efficientamento energetico resta fondamentale per raggiungere gli obiettivi europei entro il 2033». Allo stesso tempo però, Ottomanelli sottolinea come nel nostro Paese, che «ha già fatto passi avanti significativi, rimane ancora molto da fare per ridurre consumi ed emissioni e migliorare la qualità della vita».


Vai a tutte le notizie di Bologna

<!–

Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>

Iscriviti alla newsletter del Corriere di Bologna

26 settembre 2025

26 settembre 2025

Fonte Originale