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Come accogliere un coniglio in casa

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Qual è il modo migliore per accogliere nella propria famiglia un coniglio? Quali spazi dedicargli? Cosa dargli da mangiare? Come avere cura del suo benessere fisico e psicologico? Sono le domande a cui questa guida si propone di dare risposta. Con un’avvertenza: qualsiasi aspetto che riguarda la salute e la cura di un animale domestico deve sempre essere discusso con il veterinario curante. Soltanto lui/lei, tramite visite ed eventuali esami, saprà fornirvi indicazioni precise per le necessità del vostro compagno di vita.

Quaranta razze diverse 

In Italia ci sono 40 razze di coniglio «pet», ovvero da compagnia, geneticamente diverse dal coniglio zootecnico, ossia quello che ritroviamo negli allevamenti. «Le razze toy sono le più diffuse nel nostro Paese e attraggono maggiormente le famiglie, sono quelle di piccola taglia. Poi ci sono le razze di conigli di taglia media. — illustra Domenica Di Bari, veterinaria esperta di animali esotici e non oconvenzionali e di patologie delle specie avicole, del coniglio e della selvaggina  —. Esistono anche le taglie XXL, i conigli giganti, però la maggior parte delle famiglie, anche per una questione di spazi, preferisce le razze toy». Tra le razze più diffuse nelle case degli italiani ci sono gli ariete, con le orecchie verso il basso, e i testa di leone, dal pelo voluminoso.

La convivenza con i bambini

È importante sottolineare che il coniglio, così come qualsiasi animale domestico, non andrebbe mai lasciato da solo con i bambini, soprattutto se molto piccoli. La dottoressa Di Bari evidenzia che per il coniglio, animale per sua natura particolarmente delicato, saranno necessarie delle attenzioni: «Chi accoglie in casa un coniglio deve essere informato. Sono animali diversi dal cane e dal gatto, non devono essere portati fuori, ma sono altrettanto impegnativi. In natura il coniglio è una preda e questo fa sì che possa stressarsi se rincorso e se gli si parla con voce particolarmente alta e squillante. Inoltre, il coniglio non va mai portato a passeggio, al mare, in montagna o con la pettorina in giro. Bambine e bambini di età inferiore ai 7 anni non andrebbero mai lasciati da soli con loro».

La convivenza con altri animali domestici

Se ho già in casa un cane o un gatto, potrò accogliere anche un coniglio? Dipenderà dalla compatibilità degli individui. «Il coniglio può convivere con altri animali come il cane e il gatto, ma devono essere animali tranquilli e, soprattutto, devono crescere insieme fin da piccoli. — rassicura la dottoressa Di Bari — Questo perché cane o gatto adulti, non cresciuti insieme al coniglio, lo considereranno una preda, e predatori e prede non possono assolutamente vivere insieme». Con le dovute accortezze, il cane potrebbe essere un compagno un po’ più affine. aggiunge Di Bari: «Ho visto delle femmine di cane pulire i cuccioli di coniglio come se fossero i loro figliocci, però è molto raro».

Quanto vive un coniglio domestico?

Un coniglio può arrivare in media a 15 anni di età, questo grazie alla medicina preventiva. In passato i conigli non venivano portati dal veterinario e avevano un’aspettativa di vita minore.

Gli errori da non commettere

Il primo errore che mette a repentaglio la salute di un coniglio è essere adottato da una famiglia non consapevole del tipo di animale che sta portando nella propria casa. Comprarlo durante fiere, eventi o in negozi, da personale non specializzato, che non conosce neanche età e sesso del coniglio e dà consigli scorretti sull’alimentazione e sulla gestione dell’animale, mette a rischio il benessere di quello che sarà un nuovo membro della nostra famiglia. Il secondo errore è non portarlo dal veterinario per una visita. Come spiega la dottoressa: «Un veterinario specializzato può fornire informazioni sullo stato di salute, sull’alimentazione più idonea, sulle vaccinazioni e sulla gestione ambientale del coniglio».

La separazione dalla madre

Lo svezzamento del coniglio inizia a 28 giorni, fino a quel momento assume il latte materno. Il coniglio è un lagomorfo, quindi un erbivoro stretto che dopo lo svezzamento, non prima, dovrà iniziare ad assumere alimenti specifici, come fieno e verdure.
Domenica Di Bari ci spiega: «Il cucciolo di coniglio non deve essere separato dalla madre a un’età inferiore ai 2 mesi, perché in quell’intervallo di tempo impara da lei anche ad assaporare i cibi nuovi che sono nel suo ambiente. Molto spesso, però, in studio arrivano conigli molto piccoli, con tutte quelle malattie legate allo svezzamento precoce. Capita che un proprietario che non conosca l’età del suo coniglio o non sia informato su come prendersene cura, dia a un cucciolo il cibo adatto a un soggetto adulto».
L’ideale è accogliere in casa conigli che abbiano almeno 3 mesi (fino a questa età sono protetti dall’immunità materna), già svezzati e che possano subito iniziare il protocollo vaccinale, eseguito dal veterinario di fiducia.

Le vaccinazioni consigliate

Attualmente le linee guida per tutti i conigli, che vivano fuori o dentro casa, prevedono vaccinazioni per tre malattie, che sono la mixomatosi, una malattia respiratoria, la malattia emorragica virale tipo 1 (MEV1) e quella di tipo 2 (MEV2). Queste sono malattie endemiche, presenti in maniera permanente nel nostro territorio, e possono portare a morte in pochissimo tempo il nostro amico coniglio.
«Prima si vaccinavano solo i conigli che stavano all’esterno, che avevano accesso a cortili, terrazzi e giardini. Oggi, invece, si vaccinano anche conigli in casa, poiché è stato osservato che questi virus sono molto resistenti, e noi stessi, persino attraverso i nostri vestiti, possiamo essere vettori indiretti e portarli all’interno delle mura domestiche. — la dottoressa Di Bari prosegue — È ciò che è accaduto in un caso di qualche tempo fa, in cui due conigli sono morti, pur vivendo in casa, perché il proprietario aveva trasmesso loro il virus trasportato attraverso gli indumenti».
Si tratta di un vaccino trivalente somministrato dopo un’attenta visita specialistica.

È necessario l’antiparassitario?

Se per cani e gatti l’applicazione di un antiparassitario è eseguita di routine e la consulenza veterinaria può essere utile la prime volte nella scelta del prodotto giusto, il discorso è diverso per i conigli. Sono animali con intestini molto delicati per cui le sverminazioni saranno eseguite solo quando necessario, su parere medico. Inoltre, non tutti gli antiparassitari possono essere usati sul coniglio: potranno essere comprati dai proprietari solo con ricetta del veterinario, che sceglierà quello migliore per l’animale e ne indicherà la quantità idonea a seconda del peso.

Come accogliere un coniglio in casa

Rendere la casa un ambiente sicuro

Un coniglio domestico è diverso da un coniglio selvatico, quindi dovrà vivere in casa perché non riuscirebbe a sopravvivere alle temperature invernali, troppo fredde, o alle temperature estive, troppo calde. L’organizzazione ideale degli spazi prevede un luogo dedicato in casa e, se possibile, un accesso all’esterno che, però, abbia dispositivi di sicurezza per impedire la fuga, e delle zanzariere, per evitare che il coniglio venga a contatto con insetti, possibili vettori di malattia.
Una casa a prova di coniglio deve prevedere anche la protezione da prese di corrente e da oggetti di plastica che potrebbero essere accidentalmente rosicchiati o ingeriti. Anche il fumo di sigaretta e i profumatori per ambiente dovranno essere evitati, in quanto possono indurre allergie e problemi respiratori nell’animale.
«In casa è importante che il coniglio abbia uno spazio idoneo ed è fondamentale che venga introdotto al suo interno gradualmente. Bisogna avere un recinto, porvi all’interno una gabbietta aperta che possa essere utilizzata come mangiatoia e lettiera per i suoi bisogni. L’area recintata sarà utilizzata dal coniglio di notte, per esplicare i comportamenti tipici della specie». Domenica Di Bari ricorda che «i conigli sono animali crepuscolari, quindi mentre noi riposiamo o ci accingiamo a dormire, loro sono attivi. Per questo motivo è assolutamente da evitare chiudere un coniglio in gabbia al tramonto, altrimenti potrebbe sviluppare comportamenti indesiderati, quali mordicchiare la gabbia, i giocattoli, o manifestare stress e danneggiare oggetti e mobili di casa».
Per migliorare lo spazio loro dedicato dovranno esserci delle zone nascoste, dei nascondigli creati con ceste, tunnel, cassette — ovviamente di materiali adatti al nostro piccolo ospite — poiché a loro piace nascondersi, proprio come fanno i conigli selvatici, liberi di scavare tane e gallerie. Costruire degli appositi nascondigli eviterà che l’animale vada, magari, a rifugiarsi sotto il letto, il divano o dietro il frigorifero, rischiando di ferirsi.

Gli arricchimenti ambientali 

Gli arricchimenti ambientali sono tutte quelle strategie e strumenti che promuovono la stimolazione percettiva, cognitiva e sociale di animali costretti in spazi confinati. Quali possono essere, quindi, gli arricchimenti ambientali più adatti a migliorare la qualità di vita dei nostri amici lagomorfi? Ci sono arricchimenti sensoriali, cognitivi, nutrizionali e sociali. La veterinaria ci consiglia alcune soluzioni per accrescere il benessere dei conigli che vivono tra le mura domestiche: «Il coniglio ha un olfatto molto sviluppato, al pari dell’udito. Prima di tutto si possono realizzare vari giochi con diversi tipi di alimento, ad esempio fieni profumati, fiori essiccati ed erbe spontanee, che possono essere utilizzati per stimolare il movimento verticale e orizzontale dell’animale. Nel primo caso, si possono allestire delle bacheche verticali in vimini in cui il coniglietto deve alzarsi sulle zampe posteriori e andare a cercare l’aroma preferito; per quanto riguarda gli spostamenti orizzontali, si possono utilizzare delle lettiere in cui nascondere dei croccantini tra fieno, erba e fiori e garantire così anche il consumo dei denti, che in questi animali crescono continuamente. Un altro tipo di arricchimento olfattivo consiste in contenitori di plastica, che si inseriscono l’uno dentro l’altro, dove nascondere dei croccantini. Ci sono anche tappeti tattili con cui organizzare queste piccole “cacce al tesoro”, alla ricerca della ricompensa tra i quadratini in tessuto».

Da soli o in compagnia?

L’arricchimento può essere anche sociale, quindi la compagnia di un altro coniglio. Come scegliere se e come allargare la famiglia? Se si è alla prima esperienza è sempre consigliabile iniziare con un solo esemplare, per conoscere la specie e la sua gestione.
Tra le criticità del convivere con più di un esemplare in casa ci sono la compatibilità tra individui e le gravidanze indesiderate. Infatti, i conigli sono in età riproduttiva già a 4 mesi e possono riprodursi ogni mese quindi, se decidiamo di accoglierne più di uno e di sessi opposti, andranno castrati/sterilizzati.
Per quanto riguarda la compatibilità, Di Bari evidenzia: «È sempre un discorso di empatia, loro si scelgono. Però, di base, vivere in compagnia di un altro coniglio può fare solo bene».
Infine, il coniglio non dovrà mai entrare a contatto con gli animali domestici dei nostri ospiti e, se abbiamo toccato un cane o un gatto, laviamoci le mani prima di accarezzare il coniglio di casa: lui è in grado di sentire l’odore dei predatori e ciò lo spaventerebbe.

L’alimentazione del coniglio domestico

Questo è un punto estremamente critico per il benessere dell’animale. Il coniglio è un erbivoro stretto, deve mangiare fieno di buona qualità, verdure e croccantini in base alla sua età. In generale, nell’alimentazione del coniglio, nel passaggio dalla fase di cucciolo all’età adulta, i nuovi cibi andranno introdotti gradualmente, possibilmente dopo aver eseguito un esame delle feci e uno odontoiatrico.
Immaginando una piramide alimentare, alla base avremo il fieno, che dovrà essere di buona qualità. Esso sarà l’unico alimento ad assicurare l’usura corretta dei denti. «Il coniglio ha 28 denti. Quelli che noi vediamo sono solo i quattro incisivi, ma ha anche premolari e molari, e il fieno è l’unico alimento che assicura la loro usura, evitando tutte quelle patologie odontoiatriche per cui poi si richiede l’anestesia e la chirurgia», spiega Di Bari.
La cosa più importante dopo il fieno sono le verdure. Nel primo anno di vita si daranno al coniglio verdure ricche di calcio perché questo elemento aiuta il suo accrescimento, quindi radicchio, spinaci, indivia belga, ravanelli e rucola. Dopo il primo anno, la dieta per un adulto prevederà l’eliminazione graduale delle verdure ricche in calcio e l’introduzione, altrettanto graduale, di quelle povere in calcio come sedano, finocchio, valeriana, insalata romana, insalata riccia e insalata croccante. «Perché si fa questo? Perché il coniglio è predisposto alle patologie renali. Loro, eliminando il calcio soprattutto attraverso l’apparato urinario, sono più predisposti a soffrire di calcoli a carico di reni, uretere e vescica. Quindi, per evitare queste patologie, si procede con un’alimentazione povera in calcio. Anche per il fieno si prevede un fieno ricco di calcio, quindi ricco di erba medica e tarassaco, fino a 1 anno, e poi uno povero di calcio successivamente».
Discorso a parte meritano i croccantini, pellet specifici per il coniglio. La loro composizione varierà a seconda dell’età e sarà quindi molto importante scegliere quelli giusti. Anche in questo caso sarà necessario discutere con il veterinario la giusta proporzione tra pellet, verdure e fieno che dovrà costituire il pasto quotidiano del nostro amico.
«Per quanto riguarda la frutta, ricordiamo che quest’ultima e le carote sono entrambe fonti di zuccheri. Si possono dare come ricompensa pezzi di 2 centimetri, una volta ogni 15 giorni. L’acqua dovrebbe essere naturale, a basso contenuto di calcio, sempre per prevenire la formazione dei calcoli», conclude la dottoressa.

Ci sono alimenti tossici?

Tra gli alimenti tossici per i conigli ci sono il cioccolato, la caffeina, lo xilitolo, i carboidrati — quindi vanno evitati biscotti, pasta e dolciumi —, ma anche gli snack per cani e gatti, che sono proteici e adatti per carnivori. È necessario porre attenzione alle piante che decorano le nostre case e giardini: tra le più tossiche ci sono la Stella di Natale, il geranio e la yucca. I conigli sono attratti dal verde e mangiano anche le piante di plastica. Il suggerimento è riporle in luoghi che non possono essere raggiunti dai nostri animali.

Quali sono le emergenze più frequenti

Una delle emergenze per cui i conigli arrivano in clinica veterinaria è la sindrome del blocco intestinale, come racconta la dottoressa Di Bari: «Si chiama “sindrome” proprio perché non abbiamo una singola causa, ma molteplici. Il coniglio per qualsiasi tipo di dolore, che può essere articolare o dei visceri, può smettere di mangiare e va in blocco. Un digiuno prolungato, superiore a 6 ore, porta a meteorismo intestinale, gas che va a comprimere il torace e ad aumentare la frequenza cardiaca e respiratoria».
Tra le cause che possono portare al blocco intestinale c’è l’ingestione di corpi estranei, ma questo può essere evitato: «In un ambiente sano – afferma la dottoressa – con i giusti stimoli, la giusta alimentazione, un coniglio non morderà mai una porta o un oggetto e non rischiera di ingerire corpi estranei. Va poi fatta attenzione all’ingestione di pelo, soprattutto nel periodo della muta. Il problema si può prevenire pettinando l’animale e rimuovendo così il pelo in eccesso».
Altre emergenze sono legate a problemi odontogenici, come l’accrescimento alterato degli incisivi, e alle fratture. C’è anche l’encephalitozoon, «un parassita che il 99% dei conigli ha in forma asintomatica e con cui vengono in contatto nel nido. Viene eliminato con le urine e con il leccamento e durante l’allattamento i conigli ingeriscono queste spore, che solitamente rimangono silenti». Può accadere, però, che in situazioni di forte stress, ad esempio quando vengono portati in un posto nuovo, magari complicato dall’interazione estenuante con bambini, cani o gatti, l’encephalitozoon si attivi e si manifesti la malattia. Essa si presenta con una sindrome vestibolare. Ci spiega Domenica Di Bari: «Vedremo che la sua testa è ruotata e ha problemi di equilibrio. In questi casi ci si dovrà recare con urgenza dal veterinario perché il coniglio potrebbe rimanere con il capo ruotato e ciò indurrà difficoltà nell’alimentazione».
Infine, un’altra urgenza è la diarrea nei cuccioli, causata da un distacco precoce dalla madre e da un’alimentazione scorretta. Ricordiamo che le diarree nei cuccioli possono essere letali, così come sono molto gravi nell’adulto.
Come abbiamo visto, però, tutti i problemi possono essere evitati semplicemente trattando il coniglio per quello che è: un erbivoro, piuttosto delicato ma anche capace di darci tanta compagnia. a cui dobbiamo tutto il rispetto e l’attenzione che dedicheremmo a uno qualsiasi dei membri della nostra famiglia.

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