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Lola Young: «Io, popstar imperfetta. Dopo “Messy” parlo di sesso, dipendenze e auto-sabotaggio»

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Nella copertina del nuovo disco abbraccia una bambola gonfiabile che ha i suoi stessi lineamenti. E il titolo è ancora più esplicito, «I’m Only F**king Myself», «Fotto solo me stessa», sintesi di due argomenti che ricorrono nei testi: l’auto-sabotarsi e il sesso, affrontato senza tanti preamboli.
Dopo un successo planetario come «Messy», Lola Young poteva scegliere una via addomesticata, limitandosi ad altri brani pop dai ritornelli orecchiabili e virali, invece ha scelto di raccontarsi in maniera audace e senza filtri: «L’album parla del farsi largo nell’auto-distruzione e ogni canzone ne affronta un aspetto diverso — spiega via Zoom la 24enne inglese —. Può trattarsi di amore o di altre situazioni in cui mi sono trovata».

Una criniera di capelli bicolori e il viso illuminato da vari piercing, Lola Young ammette di avvertire una certa pressione, dopo che mezzo mondo ha ascoltato allo sfinimento la sua prima hit: «“Messy” ha avuto dei risultati eccezionali e ho amato ogni momento di quel che è accaduto, anche se a tratti è difficile rendermi conto che così tanta gente ora sappia chi sono».
La sua ascesa (che la porterà in Italia per una data, il 29 maggio al Fabrique di Milano) è stata ventata d’aria fresca in un mondo ancora molto patinato, mostrando la spontaneità di una giovane ragazza incasinata (come dice nella canzone), piena di contraddizioni, problemi e difetti: «Anche se “Messy” nasce dall’insicurezza, credo che sia pervasa da un forte senso di accettazione di sé e io voglio rappresentare proprio l’idea di essere imperfetti, potremmo dire che è il mio brand. Credo ci sia del potere nell’accettarlo».

La musica, continua, ha un ruolo catartico nella sua vita e l’ha aiutata ad auto-sabotarsi di meno oltre che ad affrontare i suoi fantasmi, fra cui la dipendenza dalla cocaina, lo «sniffare polvere bianca tutto il giorno», di cui ha parlato apertamente e a cui accenna anche nel singolo «D£aler»: «Scrivere dei problemi che ho avuto è stato un modo per capirli meglio. Ho realizzato che la vita non smette mai di metterti alla prova». Se ora assicura di esserne uscita e di sentirsi molto bene, sulle dipendenze dice di voler «rompere lo stigma», facendo capire «che non è qualcosa di cui vergognarsi, ma un argomento da affrontare in maniera aperta perché è serio e reale».

L’ironia, nei testi, la aiuta «a nascondermi un pochino e ad avvicinarmi più facilmente a temi difficili», ma Lola Young assicura anche di non temere il giudizio altrui: «Bisogna ricordarsi che siamo soprattutto noi ad essere i giudici inflessibili di noi stessi. Sono convinta che metà delle volte in cui pensiamo che gli altri ci stiano giudicando, sia tutto nella nostra testa e non sia affatto così. La gente non è cattiva. E se lo è, che vada a quel paese».

Anche per questo, non si fa problemi a parlare di sesso nelle canzoni, con ragazzi e ragazze, come canta in «F**k Everyone»: «È un argomento che ricorre, ma ci sono dietro dei significati più profondi. L’idea è di non guardare al sesso come se fosse una cosa sacra e di dire alle ragazze di sentirsi libere perché possono fare tutto ciò che vogliono, con chi vogliono». C’è ancora molta pressione verso le donne in questo ambito? «Sì, al cento per cento — dice Lola —, ma nessuna di noi dovrebbe sentirsi limitata».

Young racconta di essere stata una ragazzina «disubbidiente e difficile», musicalmente affascinata sia da band come i Radiohead e i Cure, sia da idoli come Prince e Michael Jackson che da popstar come Doja Cat e Billie Eilish. «Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da piccola. Amo la poesia, giocare con le parole. E ho avuto la fortuna di essere sostenuta da mia mamma e dal mio patrigno nella carriera musicale». Così si è fatta le ossa suonando per strada o alle serate di open mic: «Era dura, ogni tanto avevo solo due o tre persone davanti, però tutto quel che è successo mi ha portata qui e la mia storia dimostra che si può partire da zero per creare qualcosa di speciale». 

Si immaginava, agli inizi, che un giorno sarebbe diventata la nuova sensazione del pop, fra una foto abbracciata a Elton John e i record di stream (oltre un miliardo) accumulati in pochi mesi? «Sì — sorride sfacciatamente -, lo pensavo già».

26 settembre 2025

26 settembre 2025

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