Balzo delle azioni della Lithium Americas sull’interesse dell’amministrazione Trump di acquisire una partecipazione azionaria nella società mineraria con sede a Vancouver, nella Columbia Britannica. La Casa Bianca, ha anticipato l’agenzia Reuters, ha proposto la partecipazione azionaria mentre Lithium Americas sta rinegoziando i termini di un prestito di 2,2 miliardi di dollari concesso dal Dipartimento dell’Energia per la sua miniera di Thacker Pass.
La mossa della Casa Bianca
La notizia ha fatto volare il titolo di quasi l’80%. Si tratta dell’ultima mossa della Casa Bianca per acquisire la proprietà diretta della catena di approvvigionamento minerario fondamentale per gli interessi degli Stati Uniti, ma è la prima partecipazione di questo tipo proposta per una società canadese. Il sito dovrebbe permettere agli Stati Uniti di ridurre la dipendenza dalla Cina. Dopo Intel e Mp Materials, prosegue dunque la via di Trump al capitalismo politico. Il governo americano infatti è diventato azionista della società di microchip Intel (con il 9,9 per cento) e ha investito in Mp Materials, l’azienda mineraria che gestisce l’unica miniera di terre rare della nazione. Queste scelte sembrano ipotizzare l’allontanamento di Washington dal suo modello tradizionale, basato sul libero mercato e sui vincoli esterni alle imprese (come i controlli alle esportazioni), e un avvicinamento al cosiddetto «capitalismo di Stato» europeo.
Il progetto per una fonte di litio
Come ricostruisce CNBC, Lithium Americas detiene una quota del 62% e gestisce la miniera di Thacker Pass, nel nord del Nevada, che dovrebbe diventare una delle più grandi fonti di litio del Nord America, con la prima fase del progetto che dovrebbe entrare in funzione alla fine del 2027. Va considerato che il litio è fondamentale per la produzione di batterie dei veicoli elettrici. Il progetto riguarda una joint venture tra Lithium Americas e General Motors che detiene una quota del 38% e ha accettato di acquistare la produzione della miniera quando sarà operativa.
Il vantaggio cinese
Sul litio, necessario per le batterie destinate ad aumentare per la spinta dell’auto verso l’elettrico, la distribuzione globale è omogenea ma la Cina si è posizionata a monte del settore della raffinazione (e dell’estrazione) avendo strappato una buona parte delle concessioni di chi questi metalli li ha per natura: Africa ed America Latina.
L’elettrochimica
I cinesi sono in vantaggio sulla parte mineraria, su quella di infrastruttura. L’esito complessivo — grazie agli investimenti cinesi — è che l’industria elettrochimica è più avanti di quella chimico-petrolifera. Ci sono più batterie che motori termici, questo significa che l’elettrochimica ha sviluppato una serie di fattori che sostituiranno il litio, come la possibile estrazione di litio dal mare (ne abbiamo scritto qui). Negli ultimi anni si è aperta una competizione sfrenata in Argentina e Cile. Alcuni imprenditori italiani, che hanno ottenuto in concessione una miniera di litio al confine col Perù, raccontano sotto anonimato i ricavi da capogiro sul metallo fondamentale per le batterie con vere proprie aste al rialzo tra cinesi e giapponesi. Il governo di Tokyo sta correndo ai ripari visto la sua sofisticata filiera di costruttori auto.
Gli investimenti di Pechino
Proprio in questi giorni la società cinese Xinjiang Xihai Lithium (ex Zhicun Lithium) ha comunicato di aver avviato la prima fase di un impianto per la produzione di carbonato di litio nella contea di Luopu, nell’area di Hetian, nella regione nord-occidentale dello Xinjiang in Cina. Secondo Argus Media, la prima fase dell’impianto produttivo ha una capacità programmata di 30.000 tonnellate all’anno di carbonato di litio per batterie ma secondo il governo locale a regime potrà processare 300.000 tonnellate.
Il progetto
L’azienda prevede di investire 4,6 miliardi di yuan (646,7 milioni di dollari) per sviluppare il progetto. «Il rapido sviluppo dei settori della transizione energetica, in particolare dei veicoli elettrici e dei sistemi di accumulo di energia, ha spinto le aziende a investire in nuovi progetti di produzione o di espansione. Tuttavia, la crescita dell’offerta ha superato quella della domanda, determinando un leggero eccesso di offerta», segnala una nota.
La percentuale di litio
Siamo nella quarta rivoluzione industriale, c’è un’altra percentuale di riciclo. In ogni dispositivo elettronico c’è una batteria, in tutti questi c’è una percentuale di litio, cominciare a recuperarne vorrebbe dire essere meno dipendenti. Anche noi possiamo avere il nostro approvvigionamento del litio. Al contrario la filiera del petrolio è molto più impattante.
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26 settembre 2025
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