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«The Pitt»: lo stress è il motore narrativo del medical drama

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«The Pitt» è una serie HBO ambientata dentro il Pittsburgh Trauma Medical Hospital, uno dei peggiori della città per sovraffollamento e tagli al budget (Sky Atlantic e Now). La sala di attesa assomiglia ai Pronto soccorso italiani. Protagonista è il Dottor Michael «Robby» Robinavitch (Noah Wyle), attorno al quale lo showrunner R. Scott Gemmill fa ruotare ben 15 episodi in questa prima stagione, ognuno dei quali lungo pressappoco un’ora.
Robby ha i suoi problemi, come molti altri medici e infermieri del P. T. M. H., che puntata dopo puntata scopriremo. Intanto assistiamo a interventi per salvare vite umane in un vortice di emozioni, angosce, difficoltà.
Nelle prime puntate non c’è quasi sviluppo narrativo, se non una concatenazione di interventi che non ci risparmiano nulla: sangue, ferite quasi mortali, finali di partita, cuori che non reggono, stati comatosi: il linguaggio è quello medico, senza bisogno si ulteriori spiegazioni e le tecniche d’intervento sono da manuale.

Dal «Dottor Kildare» a «General Hospital», da «ER -Medici in prima linea» a «Greys Anatomy», da «Cuore aperto» a «Nip/Tuck», il medical drama è il genere più serializzato della tv americana, insieme con il poliziesco. Segno che il dolore e la criminalità costituiscono una fonte perenne di spunti, di narrazioni, di allestimenti.
Sono questi i morivi per cui il genere non si ammala mai.
Succede così da sempre: è un lenimento pensare di affrontare i problemi più angosciosi esorcizzandoli con parole e raffigurazioni. Ma è curioso pensare come l’uomo riesca magari a fare della buona letteratura, del buon cinema, della buona tv sui crimini e sui misfatti (anche della sanità) e non a risolvere i problemi alla fonte.
Rispetto alle serie precedenti, «The Pitt» è quasi brutale nella sua essenzialità clinica: la cosa importante è che medici, infermieri, tirocinanti non perdano tempo in storie collaterali perché ci sono vite umane da salvare, come se lo stress fosse l’unico motore narrativo e le luci biancastre dell’ospedale provvedessero da sole a caratterizzare una fotografia realisticamente ansiogena.

25 settembre 2025

25 settembre 2025

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