
Anche nella direzione provinciale del Pd prevale la linea che l’affaire Tura sia una questione locale e come tale vada risolta a Caravaggio. Martedì sera, al termine dell’incontro tra i rappresentanti del partito, è apparso chiaro che la maggior parte ha sposato la linea del segretario provinciale Gabriele Giudici. E intanto il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini ventila la possibilità di un secondo posto in giunta da cambiare, con il circolo chiamato a indicare un proprio nome di riferimento.
Il caso scoppia due settimana fa, quando la capogruppo dem di Treviglio è stata contattata da Bolandrini, che le ha proposto di entrare in giunta per sostituire l’assessore ai Servizi sociali che vuole lasciare l’incarico. Una richiesta che ha creato uno sconquasso nel Pd perché il primo cittadino, eletto nel 2021 con il centrosinistra, l’anno scorso è diventato consigliere provinciale con Forza Italia, di cui, per altro, è coordinatore lombardo il marito di Tura, il deputato Alessandro Sorte.
Rivendicando il suo ruolo da civico, Bolandrini ha lasciato a Tura il compito di ottenere il via libera dal Pd. Una missione che si è rivelata subito in salita. Il circolo di Caravaggio, che da tempo ha rapporti ridotti ai minimi termini con il sindaco, si è rifiutato di essere chiamato a ratificare una scelta già fatta, trovando sponda nel segretario provinciale a cui è molto vicino. Peggio l’ha presa il circolo di Treviglio, che ha posto l’aut-aut a Tura: se accetterà, dovrà dimettersi da capogruppo. Sia a Caravaggio sia a Treviglio, inoltre, il sospetto è che Forza Italia, con Sorte, si stia intromettendo nelle scelte dei dem, non solo per la nuova casacca di Bolandrini ma anche per il possibile incarico della moglie.
Dal canto suo la diretta interessata ha difeso l’opportunità offerta al Pd di Bolandrini, che rilancerebbe l’alleanza di centrosinistra a Caravaggio in vista delle elezioni del 2027 e non solo. Un’«autonomina a pontiera» che però le è stata contestata dalla vicesegretaria provinciale Alessandra Bortolotti. Tura si è così rimessa alla decisione del segretario provinciale, che però ha chiarito subito che si trattava di una vicenda locale. Nel frattempo, sono scesi in campo gli «istituzionali» (il sindaco di Bergamo Elena Carnevali, il consigliere regionale Davide Casati e il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi), preoccupati di tenere aperto un canale con i forzisti soprattutto in vista del rinnovo in via Tasso. Martedì Gandolfi ha ospitato un faccia a faccia tra Giudici e Bolandrini. Dopo quasi due ore di colloquio a tre, si è rinviato a una nuova riunione a Caravaggio con il circolo locale.
Ma martedì il caso ha tenuto banco anche alla direzione provinciale. Gandolfi è tornato a manifestare la preoccupazione per il futuro di via Tasso mentre l’ex segretario Gabriele Riva, pur rimarcando l’assenza di preconcetti verso un’alleanza con gli azzurri, ha ribadito la linea che è una questione in carico ai circoli. Intanto Bolandrini avrebbe fatto capire che i posti da assessore potrebbero diventare due con il circolo che potrebbe indicare, a fianco di Tura, un proprio esponente in sostituzione di un altro assessore. Un rimpasto di cui si è parlato anche nella pre-consigliare di Caravaggio, dove però il sindaco l’ha presentata come la necessità di mantenere la parità di genere in giunta in caso Tura rifiuti.
Vai a tutte le notizie di Bergamo
<!–
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.–>
Iscriviti alla newsletter di Corriere Bergamo
25 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA