
La prima opera al Sociale di Como sotto la presidenza dell’ex sovrintendente scaligero Dominique Meyer segna anche il debutto nella lirica di Andrea Chiodi, che firma la regia dell’«Elisir d’amore» in scena giovedì (sarà riproposto negli altri teatri di tradizione lombardi). «Riprendendo l’immagine del gallo usata da Dulcamara, ho immaginato Adina a capo di una fabbrica di pasta all’uovo in una immaginaria fattoria piena di galline» spiega Chiodi, varesino, 46 anni di cui 25 spesi a firmare spettacoli ed eventi come il Giubileo degli Artisti, con il Vaticano a mettergli a disposizione addirittura San Pietro, con le sue scenografie ineguagliabili: «Usai la Pietà, gli Angeli del Canova, lo Spirito Santo del Bernini. Che emozione ritrovarmi solo in San Pietro, di notte, nel buio».
In autunno firmerà anche il Giubileo dell’Educazione, nelle Corsie Sistine, mentre al Giubileo del 2000 aveva letto davanti a Giovanni Paolo II la sua «Bottega dell’orefice», e per i 150 anni dell’Unità d’Italia la Costituzione davanti a Giorgio Napolitano («andò su Rai1, mi chiamò Pippo Baudo per complimentarsi»). Ha anche fatto leggere, nel suo festival «Tra Sacro e Sacro Monte», a Giorgio Albertazzi La rocca del suo amico Eliot e Leopardi a Giancarlo Giannini: «Lesse l’Infinito sorridendo. Il teatro sa aprire prospettive infinite». Se Donizetti «racchiude in un’opera buffa personaggi dal carattere anche violento ed amaro», le sue prossime sfide parlano di sé e del mondo: la tournée «Riccardo III» di Shakespeare («una storia di figli non amati che sfida me ad essere un buon padre per i miei tre figli») e «Il malato immaginario» di Molière al Piccolo Teatro di Milano: «Una riflessione sul teatro che non deve piegarsi alle mode: Molière lo scrisse quando il suo astro stava tramontando».
25 settembre 2025
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