
Tredici artisti si confrontano con gli spazi del cinquecentesco Palazzo Oldofredi Tadini Botti a Torre Pallavicina. La mostra, visitabile fino al 2 novembre, si chiama «Il respiro nascosto delle cose. Omaggio a Hélène» ed è curata dal critico Alberto Fiz.
Realizzata in collaborazione con l’associazione Pianura da Scoprire e promossa dal Comune, l’esposizione è dedicata alla memoria di Hélène de Franchis, scomparsa lo scorso luglio, animatrice di una delle gallerie storiche italiane, Studio La Città di Verona. Gli artisti protagonisti negli anni hanno collaborato con la galleria veronese. L’allestimento propone un percorso diffuso tra le sale del palazzo, nelle cantine e negli spazi esterni.
L’astrazione di Stuart Arends incontra le geometrie monocromatiche di Julia Mangold, mentre due piccole opere a quattro mani, firmate da Arends e dalla stessa Hélène, restituiscono la leggerezza di un gesto condiviso. Nella sala centrale, tra gli affreschi ispirati alla Favola di Amore e Psiche, Vincenzo Castella sovrappone fotografie del Martirio di San Cristoforo di Mantegna, mentre Luigi Carboni propone un dittico illusionistico, «Lezione bianca», che annulla la monocromia con segni naturalistici.
Gli scatti di Gabriele Basilico e le stratificazioni di Emil Lukas spostano il confine tra reale e immaginario, mentre Franco Passalacqua porta nel loggiato i suoi Totem, che dialogano con il paesaggio e gli affreschi storici. Il percorso porta alle cantine del palazzo, ambienti in mattoni con volte a botte che ospitano tre interventi site specific: quello di Anna Galtarossa con Dungeon Lullaby, Arthur Duff con l’installazione laser Preda e Hiroyuki Masuyama con i suoi light box dedicati a William Turner, stratificazione visiva tra pittura e fotografia.
All’esterno, la mostra si diffonde nella chiesetta di San Rocco, dove Ivy, l’installazione di Jacob Hashimoto, intreccia aquiloni di bambù e carta, evocando la leggerezza dell’edera. Accanto, una bicicletta progettata dall’artista con il maestro telaista Dario Pegoretti diventa scultura. Sulla facciata, Herbert Hamak lascia filtrare il blu delle sue resine luminose, in dialogo con due colonne nel parco.
Con questa mostra il Comune conferma una vocazione per l’arte contemporanea, avviata nel 2012 con l’omaggio a Piero Manzoni e proseguita negli anni con allestimenti di Maria Lai, Michelangelo Pistoletto, Subodh Gupta, Luigi Ghirri e Francesca Woodman.
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25 settembre 2025
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