
Nel corso della notte il Corpo forestale del Trentino ha eseguito il decreto firmato il 4 settembre scorso dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, provvedendo all’abbattimento di un lupo maschio adulto appartenente al branco che gravita in Lessinia. L’animale è stato colpito in un pascolo limitrofo a malga Boldera, nel comune di Ala, mentre tentava la predazione di un bovino.
In questo caso anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale aveva dato parere favorevole. E il Consiglio di Stato si era espresso respingendo la richiesta di sospendere l’abbattimento avanzata da alcune associazioni animaliste. Secondo la Provincia, le due uccisioni consentiranno di prevenire ulteriori danni economici e sociali, senza compromettere lo stato di conservazione della popolazione di lupo in Trentino.
La reazione degli animalisti non si è fatta attendere. «In una sorta di squallida gara con il collega di Bolzano Arno Kompatscher – sottolinea in una nota Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e della Leidaa -, il presidente della Provincia di Trento reclama la sua pelle di lupo. Il copione è lo stesso, ma con la variante alla Fugatti: il decreto pubblicato il 4 settembre alla chetichella e l’indifferenza per i ricorsi degli animalisti: per ora quelli presentati al Tar sono stati respinti, ma nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza delle associazioni nel caso analogo di Bolzano e ha sospeso l’esecutività del decreto di Kompatscher, di fatto salvando uno dei due lupi destinati all’abbattimento. L’altro, purtroppo, era già stato ucciso». Brambilla, sul caso trentino, parla di «connivenza dell’Ispra» per avere dati il via libera pur precisando che «l’eventuale prelievo di due esemplari non assicura l’azzeramento del rischio di ulteriori predazioni» e con la richiesta di «un attento monitoraggio degli effetti della rimozione sia in termini di riduzione delle predazioni sia sulle dinamiche del nucleo di lupi presenti nell’area». Ma perché allora, si chiede la parlamentare, alla luce di queste cautele, è stato dato il parere favorevole?
20 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA