
«Questo risultato non è il migliore, ma è una soluzione complessivamente adeguata. Siamo consapevoli della profondità del dolore dei familiari delle
vittime, ma il processo penale non può mirare a restituire nulla e neppure ad attenuare il dolore. Non devono pensare all’entità della pena, ma che questo patteggiamento rappresenta un accertamento dei fatti e delle responsabilità. Questo anche la persona offesa può prenderlo in considerazione per provare a
girare pagina nel limite di quanto umanamente possibile».
Lo ha detto ai giornalisti il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè, subito dopo la chiusura, con tre patteggiamenti, del processo di primo grado per l’incidente del Mottarone costato la vita a 14 persone.
«Questa non è la soluzione migliore, non è quella a cui il procuratore pensava nel corso delle indagini, ma è la soluzione che si basa su un dato di fatto: i tempi di indagini e dell’udienza preliminari sono stati particolarmente lunghi, ci
siamo trovati a iniziare la seconda up dopo oltre quattro anni dai fatti e dobbiamo prendere atto di questa situazione» ha aggiunto Pepè.
«Riteniamo – ha concluso – che questo tipo di atteggiamento, che certamente non applica pene particolarmente severe, possa essere preferibile rispetto all’inizio di un percorso dibattimentale che sarebbe stato molto lungo e anche dall’esito incerto visto il tempo già decorso e considerato che si trattava
solo più di reati colposi. I tempi della prescrizione li conosciamo e non sono particolarmente lunghi».
18 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
18 settembre 2025
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