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Larry Fink, Mister 5%: dove osa il signore di Piazza Affari. Tutte le partecipate dei fondi BlackRock

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L’ultima segnalazione proveniente dai radar della Consob indica la presenza del gruppo BlackRock al 5,1 per cento in Telecom Italia. Una partecipazione detenuta attraverso sedici società controllate. Società di investimento, soprattutto fondi comuni che, attraverso varie specializzazioni, prendono posizione nelle più promettenti società. In Italia e in tutto il mondo.
È l’universo perfetto di Larry Fink, 72 anni, fondatore e guida di BlackRock, il più grande gestore di risparmi al mondo, accreditato di asset per 11.500 miliardi di dollari al 31 dicembre scorso.

BlackRock è la sua creatura, fondata nel 1988 da una costola di Blackstone e rapidamente decollata verso una dimensione unica. Una storia di enorme sviluppo e di grandi successi che Fink celebra ogni anno nella sua attesissima lettera agli investitori. La scorsa primavera, partendo dal racconto della prima Borsa al mondo, quella aperta ad Amsterdam nel 1602, Fink delinea un inarrestabile processo di arricchimento che si è sviluppato nel corso degli ultimi quattro secoli, ma che soprattutto decenni più recenti ha ottenuto risultati straordinari.

Crescita straordinaria

«Negli ultimi 40 anni – scrive Fink nella lettera – il prodotto interno lordo globale è cresciuto più che negli ultimi duemila messi insieme. Questa straordinaria crescita – in parte spinta, va notato, dai tassi d’interesse storicamente bassi – ha portato a rendimenti eccezionali a lungo termine». Di cui molti hanno beneficiato. Ed è questo il punto: molti, ma ancora troppo pochi, per chi, come Fink, vede nell’investimento finanziario una leva di sviluppo della democrazia. La democrazia è nel mercato, dice Fink, ed è per questo che il mercato va allargato a fasce sempre più ampie della popolazione. È il suo credo e da questo allargamento della platea c’è certamente la prospettiva di un consistente ritorno, ma è anche vero che la storia è dalla sua parte. Sebbene non sia un eroe, come ha dimostrato la rapida inversione a «U» in tema di investimenti Esg al palesarsi della seconda amministrazione Trump, Fink, democratico, non si nasconde dietro a un patrimonio personale che supera gli 1,2 miliardi di dollari e a 35 anni di successi. Continua invece a spendersi quotidianamente sui mercati in prima persona. L’Italia, che è una delle grandi nazioni risparmiatrici al mondo, non poteva fuggire ai suoi radar. Sono stimati in 110 miliardi di euro i risparmi che gli italiani hanno affidato ai fondi di BlackRock e arriva a 25 miliardi la partecipazione diretta nelle società di Piazza Affari.

Mister 5 per cento

Giocando con i numeri si potrebbe dire che Larry Fink controlla il 2,54 per cento di tutta le aziende quotate in Borsa a Milano: 25 miliardi su una capitalizzazione di 987 del listino milanese. Ma in verità la selezione delle aree e delle società su cui investire lo ha portato a una sintesi che vedete rappresentata nella tabella in basso. BlackRock non è ovunque, ma è ovunque conti. Ha il 5,005 per cento di Intesa Sanpaolo, prima banca italiana e il 5,12 per cento di Unicredit la più capitalizzata tra le società del listino milanese. Controlla il 5,004 per cento dei piumini Moncler e il 5,06 per cento di Mediobanca. Azioni acquistate per conto di una clientela internazionale, non solo italiana, in base al principio della frammentazione del rischio. Ma azioni pesanti, che inducono i manager delle varie società a comportamenti in linea con le best practice internazionali, secondo un percorso virtuoso che sembra l’unico capace di garantire crescita e prosperità a una platea di azionisti che Fink vorrebbe sempre più ampia.

Partecipazioni BlackRock in Italia

Interazioni politiche

Certamente non mancano le interazioni con la politica. A distanza, il caso Esg e l’amministrazione Trump, o ravvicinate. Nel settembre 2024 Fink diede seguito alla partecipazione al G7 di Borgo Egnazia sulla Partnership for global infrastructure and investment, co-presieduto dall’allora inquilino della Casa Bianca, Joe Biden, rendendo visita al presidente del consiglio italiano, Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Al centro del confronto i possibili investimenti di BlackRock in Italia nell’ambito dello sviluppo dei data center, uno dei temi cari a Fink, ampiamente sottolineato tra i sentieri di sviluppo nella sua ultima lettera agli investitori.

Strategie

Progetti strategici, considerato il fatto che un solo data center dedicato all’intelligenza artificiale richiede, per la realizzazione, tra i 40 e i 50 miliardi di dollari. Ma in attesa di quei progetti, che hanno il mercato privato dei capitali al centro, Fink ha affiancato il governo italiano in alcune partecipate di assoluto rilievo: BlackRock ha infatti il 5,014 per cento di Terna, il 6,023 di Snam, il 4,576 di Enel, il 3,02 di Leonardo, una quota stimata attorno al 2 per cento in Poste Italiane e appunto, dal 26 agosto scorso il 5,1 per cento di Telecom Italia al fianco del 24,8 per cento di Poste Italiane. Una presenza filo-governativa, ma guidata esclusivamente dalla risposta dei mercati. Non sfugge infatti che BlackRock sfiori il 10 per cento nel capitale di Finecobank, una delle rare public company italiane, portatrice di un apporto innovativo al mondo del banking. BlackRock non è l’unico, sia chiaro: è affiancato nel suo percorso italiano da molti altri investitori istituzionali internazionali: Fidelity, Morgan Stanley, Jp Morgan, Vanguard, Norges, Davidson Kempner. Grandi banche e i loro fondi, oppure fondi sovrani di nazioni lontane, ma nessuno ha il fascino di questo signore che, dall’alto di una montagna di denaro che tutto il mondo gli ha affidato in gestione, ha ancora la forza di dire che il meglio deve ancora venire.

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11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 19:29)

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