
«Aquafil ha avviato un programma di riorganizzazione e riduzioni costi con l’obiettivo di rafforzare la solidità del Gruppo in risposta a un complesso contesto di mercato». Queste le righe del comunicato ufficiale dove l’azienda con sede ad Arco ha annunciato il nuovo programma. Un avvio per nulla «indolore», dicono i sindacati, perché significa esuberi di personale che riguarderanno tutto il sistema Aquafil.
Gli esuberi
Ad Arco, l’azienda ha annunciato ai sindacati e alle Rsu dello stabilimento tra i 20 e i 25 esuberi da definire entro la fine dell’anno. Nello stabilimento lavorano 503 dipendenti. Perlopiù gli esuberi riguarderanno i profili tecnici e specialistici, in particolare nell’amministrazione e nel controllo qualità. «La notizia era nell’aria, ma non se ne conosceva la portata e, soprattutto, non sembrava così imminente. L’azienda, invece, ha voluto imprimere una forte accelerazione — ha detto Mario Cerutti della Cgil Filctem —. Per quanto ci riguarda siamo impegnati già da subito a vagliare tutte le strategie possibili per ridurre l’impatto di questi tagli. Il nostro obiettivo primo è tutelare al massimo l’occupazione, cercando anche di capire se sono possibili ricollocazioni in diciotto stabilimenti del gruppo o se è percorribile la strada dei contratti di solidarietà».
L’azienda e il confronto con i sindacati
Fondata nel 1965, Aquafil è uno dei principali produttori di nylon in Italia e nel mondo. Il Gruppo è presente in tre diversi continenti, dando impiego a circa 2.400 dipendenti in 19 impianti situati in Italia, Slovenia, Stati Uniti, Cina, Croazia, Cile, Thailandia e Giappone. Il nuovo programma di riorganizzazione si concentra sulla semplificazione del modello organizzativo e sulla riduzione della base costi, con particolare attenzione ai costi indiretti di struttura. Aquafil ha promesso che tutto questo processo «sarà gestito attraverso un continuo confronto con le organizzazioni sindacali, nel pieno rispetto delle normative e con la massima attenzione alle persone coinvolte».
Solamente due settimane fa, Aquafil aveva annunciato i risultati del primo semestre 2025: ricavi in calo, ma vendite in aumento e utile di nuovo in attivo (+2,2 milioni di euro). «Questo traguardo conferma gli ambiziosi obiettivi del Piano e dimostra la capacità di adattamento e l’efficacia della gestione, anche in periodi turbolenti», aveva detto l’amministratore delegato Giulio Bonazzi».
Ma adesso i lavoratori incominciano ad avere paura, soprattutto se a incominciare con gli esuberi è un’azienda importante come quella guidata da Bonazzi. «Vogliamo approfondire le ragioni che portano a questa scelta, sicuramente ha inciso il calo dei volumi nonostante la chiusura di alcuni competitors — ha detto Cerutti —. La preoccupazione è tanta. Se si muove in questa direzione una società strutturata come Aquafil temiamo effetti peggiori in altre realtà. C’è una situazione generale di debolezza dei mercati, che i dazi americani non possono che amplificare». Adesso i sindacati avvieranno un confronto con i vertici sindacali e i prossimi incontri sono fissati per il 18 e il 22 settembre.
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11 settembre 2025
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